sabato 2 marzo 2019

CANTU' NON E' NE' VIOLENTA NE' OMERTOSA


Atterriti e attoniti. Per le notizie che ci colpiscono come schiaffi e che riguardano la nostra città. Prima l’accusa di omertà e la colpevole assenza dal processo delle istituzioni e poi la violenza di branco su una minore. La prima reazione, quella di pancia, ci fa provare frustrazione e rabbia. Non ci sono per le violenze sessuali spiegazioni o giustificazioni: chiunque le commetta deve risponderne davanti alla legge e dovrà assumersene le conseguenze. Non possiamo permettere che atti così gravi e che si ripercuotono su chi li ha subiti possano nuovamente accadere. Al di là delle istituzioni, come cittadini, dobbiamo però avere la consapevolezza che i problemi sono complessi e che la misura repressiva è solo la doverosa reazione di ogni ordinamento civile. Occorre fare altro: mobilitare le istituzioni, le agenzie educative, gli enti, le forze politiche, i gruppi e i singoli cittadini che devono riappropriarsi della città e dei beni comuni. Devono far sentire la loro presenza discreta, ma ferma. Dobbiamo pensare ad un progetto che coniughi le tradizioni ed il rispetto con le differenze. Emarginare o nascondere i problemi sono comportamenti ugualmente colpevoli. Anche generalizzare ed indicare nell'immigrazione incontrollata la causa di tutti i mali è una pericolosa semplificazione, soprattutto se proviene da chi, in Lombardia, amministra da trent'anni senza conseguire risultati. Edgardo Arosio, Sindaco decaduto, aveva affermato che al primo posto nel programma elettorale del centrodestra ci sarebbe stata la sicurezza. L’idea era la Cantù Sicura. Nicola Molteni aveva espresso un desiderio «Vorrei che Arosio diventasse, ovviamente sempre nel rispetto della legge, un sindaco sceriffo». Sappiamo ciò che è accaduto al Sindaco e sappiamo ora cosa accade alla città. Voltiamo pagina.

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