lunedì 6 febbraio 2017

MISERIE DELLA POLITICA (LOCALE)

Il signor Giorgio Masocco, aderente al Fronte di Liberazione Fiscale, noto per i suoi trascorsi leghisti e per le sue “intemperanze”, si è preso la premura di intervenire, non so a che titolo, per “informare” che sarei nel Consiglio di Amministrazione di ASF (l’azienda che gestisce i trasporti locali) per nomina del Partito Democratico. Il male informato – non so da chi, ma posso presumerlo – ha però errato due volte: in primo luogo non siedo in alcun consiglio di amministrazione, ma sono componente dell’organismo di vigilanza che è organo di controllo e non di amministrazione, come il nostro dovrebbe sapere. In secondo luogo sono stato incaricato esclusivamente per le mie competenze professionali e non per nomina di partito. Affermare il contrario significa affermare il falso – ed al terzo errore – non mi resterà che procedere ai sensi legge.

venerdì 3 febbraio 2017

PAVESI, IL BISCOTTO ED IL FARO

Sono stato il primo a complimentarmi con Francesco Pavesi che stimo sinceramente. Avevo chiarito che la mia candidatura non si poneva in contrapposizione con la sua figura, ma nasceva dal timore che occorresse autorevolezza e soprattutto autonomia per svoltare, definitivamente, una pagina fortunatamente conclusa. Ha promesso di unire le anime di Lavori in Corso e io ne prendo atto: mantengo a disposizione della lista civica le mie competenze e la mia professionalità per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi, ovvero la conferma alla guida della città secondo la nostra carta dei principi.
I biscotti si consumano all'ora del tè, ma così non usano alcuni alle nostre assemblee: prima di pranzo Roberta Molteni, con un gesto improvviso e plateale (?), ha letto il suo discorso già preparato, annunciando che avrebbe – seduta stante – ritirato la sua candidatura. Vinca il migliore? Non è così, visto che ha preferito imburrare il dolcetto per Francesco Pavesi … ça va sans dire! Non credo sia il profilo migliore per il vicesindaco, come l'oracolo si è affrettato a vaticinare.
Resta la “tutela” – ingombrante e mi auguro non richiesta – del faro (come definito da un lealista della prima – e dell’ultima - ora) che mi definisce, in una compiacente intervista, un candidato debole e organico al PD. Certo la mia debolezza è evidente: l’intera giunta ha dovuto schierarsi per ottenere la schiacciante maggioranza - di “ben” 14 voti (ne sarebbero bastati 7 in meno per mettere in discussione il risultato). Mentre  la sua forza, dopo un mandato, ha subito, come ha confessato, un drastico e repentino calo, tanto da indurlo a non ricandidarsi. Il faro ha fondato un altro partito, tax free - che nulla ha a che vedere con lavori in corso - nel quale mi sembra ben più evidente la sua organicità rispetto alla mia - inesistente - visto che non ho tessere del PD e non partecipo a loro riunioni. Ma non aveva affermato che Pavesi era il candidato ideale perché nel partito democratico avrebbe trovato apprezzamenti? Anche l’acume ed il "fiuto" politico del nostro faro … cambiano, a seconda della bisogna!