martedì 9 settembre 2014

SUSSURRI E GRIDA

L'armamentario della sinistra, quella esausta, è pronto. Già squillano i corni e i tromboni, le chiamate a raccolta, i riti e i simulacri d'altri tempi: pronti, nelle parole, alla battaglia. Il segretario del circolo di Cantù del PD addita la maggioranza, Lavori In Corso e Cantù Rugiada, come i soggetti colpevoli di un gesto sacrilego, autori di una scelta che definisce “politica”. Non vorrei ripetere gli argomenti, consentitemelo, giuridicamente ineccepibili dello scorso anno (nessuno di costoro è disposto ad ascoltare). Inutile ribadire che non vi sarebbero ragioni legittime per negare l'uso di uno spazio pubblico (la Costituzione circoscrive il divieto a comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica) e che l'unica autorità che lo potrebbe prescrivere è il Prefetto, responsabile provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica. Non servirebbe a nulla. Il mantra è iniziato e sarà portato a compimento. Vorrei solo, a questo punto, chiedere al partito democratico di riflettere sulla propria storia recente. Ad esempio sul voto favorevole all'art. 81 della Cost. sul pareggio di bilancio che inibisce, durante i periodi di crisi, politiche di spesa. Oppure sull'incredibile monstrum rappresentato dalla riforma del Senato dei nominati o sulla finta abolizione delle province con la soppressione (vera) della democrazia nella scelta degli amministratori provinciali. Come dimenticare la disinvoltura (democratica?) di Renzi che spazza via Letta per ragioni di urgenza salvo accampare, ora, la pretesa di mille giorni per un governo che gli italiani non hanno scelto. Occorre riflettere sul fatto che la riforma di un'istituzione ultracentenaria e la legge elettorale le hanno decise, senza alcun dibattito, Renzi e Berlusconi: come è possibile che ciò accada in un partito geneticamente democratico? Ed ancora: per quale ragione la legge elettorale non lascia agli elettori la scelta dei candidati che rimane prerogativa dei partiti e come giustificare il premio di maggioranza che la sinistra definì una truffa nel 1953 e che ora, con un'inquietante formula condivisa con l'ex Cavaliere (a chi raggiunge il 37% dei voti va il 53% dei seggi) il PD spaccia per “riforma”? Ed infine (ma chiudo solo per evitare uno stillicidio lungo e doloroso), a livello locale, per quale ragione il Partito Democratico, nonostante la drammatica e delirante propaganda della Lega contro i diritti universali dell'uomo, ha scelto di chiamarsi fuori? Non mi resta che precisare (anche se non ve n'è alcun bisogno) che l'Assemblea di maggioranza Lavori In Corso e Cantù Rugiada ha escluso, all'unanimità, che nella lista civica provinciale in fase di costituzione, vi possano essere esponenti di Forza Nuova. Non so se il Sindaco presenzierà al festival dei neofascisti: a mio giudizio non è opportuno, avendo già avuto modo di chiarire, lo scorso anno, la distanza siderale tra le forze politiche di maggioranza che amministrano Cantù e quel movimento. Resta l'amaro sospetto che il partito democratico, pur di non riflettere sui propri gravi errori, suoni la grancassa per individuare, nel gruppuscolo dei nostalgici, una gravissima minaccia per la tenuta dell'ordine democratico. Ma se fosse davvero così perché il partito di governo nazionale (e non locale) non denuncia Forza Nuova all'Autorità giudiziaria o (ancora meglio) non la mette fuori legge con un provvedimento normativo? The answer is blowin' in the wind?