martedì 12 giugno 2018

LA NOTTE DELLA REPUBBLICA


Nella serie televisiva, opera magistrale di Sergio Zavoli, il giornalista ipotizzava il momento più drammatico per le nostre istituzioni, attaccate da un nemico interno, il terrorismo, sul quale, ancora oggi, restano ampie zone d’ombra. Quella notte è tornata: questa volta, però, non abbiamo nemici senza volto, ma il buio mina in radice i nostri sentimenti e la nostra scala valoriale. Abbiamo deciso di non aprire i nostri porti ad una nave piena di migranti, a poche decine di miglia dalla costa italiana. Una nave con centinaia di minori senza genitori, anche se destinatari delle "Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati", entrate in vigore il 6 maggio 2017. Quei minori per i quali il testo unico dell’immigrazione vieta in assoluto il respingimento. Sono figli senza un padre e una madre che li accudiscano. Ci sono poi decine di donne incinta. Il signor Salvini (scusate, proprio non riesco a chiamarlo Ministro) ha deciso che quelle vite potevano continuare a vagare nel Mediterraneo per giorni, forse per settimane, se non fosse che la Spagna, pietosamente, ha deciso di accoglierli. Ora la nave, al limite delle condizioni di sicurezza, con l’incognita del maltempo, navigherà ancora per alcuni giorni, nonostante a poche decine di miglia marine ci siano porti sicuri per affrontare lo sbarco. Un’autentica follia, un gesto che ci getta tra le miserie umane, programmato cinicamente per mostrare la schiena dritta, per dimostrare all’Europa che sappiamo battere il pugno sul tavolo, per proseguire un’interminabile campagna populista. Come spiegheremo ai nostri figli che la vita umana non è più un bene prezioso, che la fratellanza è un semplice motto senza importanza, che tutto diviene negoziabile? Non parlatemi di realpolitik, di prove necessarie. Mai nessuno potrà convincermi. E’ un atto che desta repulsione. Che mi fa indignare e vergognare, che sprofonda la Patria, lo posso dire, nella melma. Con il plauso del signor Orban.