venerdì 7 febbraio 2014

LETTERA AL DIRETTORE

Egregio direttore,
ho scritto una lettera a Raffaele Foglia che mi dicono nuovo responsabile della redazione di Cantù. Non ho avuto alcuna risposta. Ho postato la lettera sul mio blog. E' seguito il silenzio. Dopo le precisazioni del Sindaco, il Comitato di Redazione pubblica un comunicato in cui si evoca la minaccia alla libertà di stampa. Per carità, Direttore, scrivete quello che vi pare, ci mancherebbe altro. Mi piacerebbe, però, che rispondeste ad un amministratore che, assumendosi un impegno gravoso, senza alcun altro interesse che non sia il bene comune, chiede alcuni chiarimenti su notizie, a tutta pagina, assolutamente marginali, comunque inesatte. Evocare la libertà di stampa impone sempre un'assunzione di responsabilità. Se mi permette, direttore, conosco l'art. 21 della Costituzione, ne difendo, a spada tratta, le fondamenta, ma ritengo che il Comitato di redazione lo abbia citato a sproposito: come si può credere che, in qualche modo, Lavori in Corso, possa attentare alla libertà di stampa? Lo ripeto, scrivete pure quello che vi pare, ma, per converso, lasciateci, a nostra volta, la libertà di esprimere il nostro rincrescimento per la pubblicazioni di notizie inesatte, o addirittura contrarie al contenuto di atti e documenti. Così è stato per il PGT, ove avete completamente trascurato la notizia principale, ovvero l'approvazione, in poco più di un anno, con risorse interne, di un provvedimento generale di assoluta rilevanza che tutela il territorio e introduce elementi innovativi sotto il profilo della rigenerazione urbana. Rilegga i titoli: si parla solo di preteso sfregio alle cascine (senza neppure sincerarsi che la norma è stata completamente riscritta con l'approvazione), di moschee e campi rom. Personalmente, conoscendo il piano, mi vergognerei per aver scritto simili facezie. Ma se davvero ritiene che la logica della notizia imponga la pubblicazione di nefandezze, lo faccia pure. Non pretenda, però, che Lavori in Corso taccia. Noi continueremo a scrivere la verità perché riteniamo che la responsabilità che ci siamo assunti da cittadini (non chiamateci "politici" in senso deteriore perché con tali figure non abbiamo nulla a che spartire) ci imponga di coltivare i nostri ideali senza infingimenti o posizioni di comodo. Abbiamo sacrificato, personalmente e professionalmente, le nostre vite familiari per dare un segnale di cambiamento: dal suo giornale abbiamo ricevuto (come nella famosa notte hegeliena in cui tutte le vacche sono nere) molte critiche ingenerose, oltre a notizie inesatte, parziali e fuorvianti. Continuate pure il tiro al bersaglio. Non pretendete, però, che supinamente si accetti la "bastonatura" quotidiana.  La stampa deve essere libera ma le parole in libertà, me lo consenta direttore, sono un'altra cosa.
 

martedì 4 febbraio 2014

LO SGARBO QUOTIDIANO

Abbiamo, in genere, un'idea della stampa molto approssimativa. Quando ti confronti, però, con il "quarto potere", sia pure locale, si apre un mondo nuovo in cui é difficile comprendere quale sia la logica delle notizie. La vulgata vorrebbe che, data la necessità di incrementare (o mantenere) i livelli di vendita, debba prevalere lo scontro, il tono polemico. Chiedendo lumi su titoli eccessivi, addirittura, a volte, contrari al contenuto degli articoli, i collaboratori del giornale hanno incolpato il misterioso autore dei i titoli che compone e mescola argomenti con alchimie esoteriche per attirare  l'attenzione dei lettori. Una spiegazione insoddisfacente ed una giustificazione peggiore, posto che il lettore medio è distratto e salvo alcuni contenuti di interesse, delle pagine legge solo i titoli. Ma l'esperienza del necessario contatto con la stampa, per ragioni legate al ministero che un cittadino assume nell'interesse della propria comunità di appartenenza, ha disvelato aspetti sorprendenti, davvero incomprensibili. L'uomo della strada, mediamente acculturato, pensa che le notizie di un quotidiano si ispirino alla verità di fatti e comportamenti. Si attende che le fonti siano vagliate, soprattutto se sono disponibili atti e documenti. invece accade esattamente il contrario. Per lo meno così é accaduto per il piano di governo del territorio di Cantú. I contenuti innovativi non sono emersi. Neppure si è sottolineato che il piano è stato redatto internamente ed in tempi eccezionalmente ristretti (il confronto con quanto accaduto nel passato mandato amministrativo é particolarmente eloquente). Evidentemente non ispiriamo, come maggioranza, particolare simpatia, non essendo classificabili in alcuna logica di appartenza. Il fatto grave, però, è che sono state pubblicate notizie contrarie al contenuto del piano (ad esempio sul consumo di suolo e sul livello di tutela ambientale), negando la replica. Non basta: ad aspetti del tutto marginali rispetto al contesto, sono state attribuite valenze inesatte, dando ampio risalto a questioni inventate di sana pianta (la moschea, il campo rom). Se una logica esiste è comunque inaccettabile perché contraria ai canoni che devono ispirare la corretta informazione. Resta, nel frattempo, una lettera che ingiallisce sul web senza risposta.