mercoledì 24 giugno 2015

LE BUFALE ED IL PATTO DI VIA RENCATI

Apprendiamo da un sito on line che vorrebbe riportare fatti di cronaca locale di un episodio di fantapolitica, con un ardito, quanto inappropriato parallelismo tra pretesi patti: l'uno, quello del Nazareno, noto alle cronache nazionali per i cattivi propositi e gli infausti esiti, l'altro, quello di via Rencati, definito come l'accordo per parcheggiare Bizzozero in attesa della scadenza di mandato, lasciandogli i comandi senza intralci. Giustamente le civiche che costituiscono la maggioranza hanno categoricamente smentito l'esistenza del preteso accordo. Peraltro, per patto, nel significato corrente, si intende la convenzione o l'accordo fra due o più persone. Nel caso specifico non si capisce chi siano gli artefici, oppure se si tratti di una deliberazione (le assemblee manifestano la loro volontà attraverso atti collegiali). Poco importa: per il sito l'intento era quello di rivelare un disegno segretissimo volto a delineare scenari futuri già decisi. Ma gli autori hanno verificato le fonti della presunta notizia? Hanno pubblicato la smentita? Occorre rispondere negativamente ad entrambe le domande. Se la boutade o la goliardia sono ben accetti in ambiti giocosi ed informali, il giornalismo impone, invece, il rigore per i danni che potrebbero derivarne ai soggetti ingiustamente coinvolti. Proprio per questo la legge sulla stampa, all'art. 8, impone la rettifica di notizie inveritiere, come nel caso di specie: L.i.C. e C.R. hanno smentito l'esistenza del presunto accordo ed anzi hanno specificato che l'argomento delle prossime elezioni amministrative non è ancora sull'agenda politica della maggioranza. Come hanno chiarito i giudici in numerose decisioni, le pubblicazioni in Internet sono ormai perfettamente assimilabili alla stampa, con tutte le conseguenti assunzioni di responsabilità che potrebbero conseguirne. Si impone, dunque, da un lato la rettifica e dall'altro la verifica rigorosa delle fonti. In difetto sarebbe lecito agire a tutela della reputazione di due soggetti civici che, ispirandosi a principi universali, alla democrazia ed alla trasparenza non potrebbero mai neppure concepire un pactum sceleris di tal fatta, del resto palesemente contraddetto nei fatti, visto che il confronto, nella nostra maggioranza, non è mai venuto meno.

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