C’è un mondo insanguinato fuori dalla porta di casa. Odio e violenza
irrefrenabili sono solo alcuni degli ingredienti di una guerra vile contro
persone indifese. Ci sarebbe molto altro ancora da capire della politica internazionale
e degli interessi economici che la determinano. Ma noi, gente comune, siamo diventati
i bersagli: questo lo comprendiamo tutti.
Donald Trump, candidato alla
presidenza degli USA, ha detto che sarebbe bastato, ai morti di Parigi, avere
delle pistole per mutare il corso degli eventi. Dovremmo tornare agli anni
della frontiera, nella terra senza legge. Posso solo augurarmi che non vinca le
elezioni.
Molti useranno
la carneficina per alimentare l’odio ed il sospetto, per pretendere muri e filo
spinato.
Per negare
diritti fondamentali.
Preoccuparsi
per la propria sicurezza è umano: disumano è alimentare le paure per fini
strumentali. La strada giusta è consentire a chi vive e lavora accanto a noi ed
ogni giorno fa sacrifici per la propria famiglia di avere un luogo in cui
ritrovarsi e pregare. Non conta la reciprocità: contano i valori in cui
crediamo e sui quali la nostra civiltà si fonda. Sono proprio quelle famiglie
che si sentiranno accolte a costituire il primo baluardo contro gli estremismi
ed il terrore.
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