Chi si riconosce nel centrodestra liberale dispone di un patrimonio valoriale che comprende le libertà
fondamentali e la lotta contro ogni forma di intolleranza nei confronti di
comunità o popoli diversi, in base al noto principio secondo cui a ciascun
individuo è riconosciuta un’eguale libertà, compatibile con la pari libertà degli
altri. Ecco le ragioni per cui desta sconcerto, in Senato, la condotta dell’intero
centrodestra che si è astenuto sull'istituzione della commissione proposta
da Liliana Segre. Passi per i camaleonti leghisti pronti a mutar pelle ad ogni
nuova tendenza nazionalpopulista e per la destra più becera che attinge alle nostalgie di passati regimi. Resta invece incomprensibile la scelta di
coloro che, liberi da preconcetti o finalità elettoralistiche, in forza dei predetti valori, non possono che accogliere con favore la
proposta di istituire una commissione per il contrasto all'intolleranza, al razzismo, all'antisemitismo, all'istigazione all'odio e
alla violenza. Commissione straordinaria che possa anche segnalare e chiedere la rimozione di tali manifestazioni “nei confronti di
persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia,
la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o
di altre particolari condizioni fisiche o psichiche”. Mancano drammaticamente
all’appello i valori, patrimonio comune di coloro che continuano a credere
nelle libertà e nell'uguaglianza: chi, nel centrodestra, continua ad ispirarsi ad essi, si
distingua ed esca dal cupo, desolante deserto di questi tempi inquieti, in cui a Liliana Segre, una splendida figura di straordinaria testimonianza, devono addirittura assegnare una scorta.
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