I fatti di Christchurch ci colpiscono come lame di spada. In
un luogo di preghiera, in una città che richiama il nome di Cristo, in Nuova
Zelanda, ecco una strage orrenda, figlia dell’odio e della violenza inaudita.
Il Presidente Mattarella riferisce di un segnale d’allarme
gravissimo. Esplicita e senza perifrasi la Presidente del Senato che
giustamente sottolinea la necessità di “estirpare con forza dalla nostra
società i germi dell’odio, dell’intolleranza e del razzismo”.
Perché sappiamo benissimo che la sottocultura dell’odio e
della violenza, del conflitto e della divisione sono frutti avvelenati che minano
in radice la nostra società.
Occorre, allora riflettere sui populismi che sulle paure
elaborano l’idea di conflitti ed invasioni reclamando muri e reciprocità come nella legge del taglione.
Se all’occidente resta un primato è quello dei valori e
delle società aperte da cui occorre ripartire e che non dobbiamo, in alcun modo,
sacrificare sui falsi altari degli “ismi”.
Ripartiamo dalla nostra città.
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