L’atomo è una contraddizione: significa indivisibile, ma
sappiamo che la sua scissione, anche con conseguenze nefaste, è ben possibile. E’
quanto sembra accadere a Cantù. Le persone che animano le forze che non si
riconoscono nell'atona maggioranza hanno affinità culturali, valoriali e
percorsi spesso condivisi. Hanno ben inteso quanto sarebbe deleterio per la
città il nuovo governo di una Lega dissennatamente populista che ha saputo
proporre, in poco meno di due anni, il nulla assoluto, accompagnato alla colpevole
dissoluzione del mandato amministrativo per l’incompatibilità del Sindaco. La
Cantù sicura appare sempre più l’eco lontana di uno slogan tanto ripetuto,
quanto oltraggiato. Una maggioranza che ha subito la criminalità organizzata, negando
alla città la costituzione di parte civile. Una Lega acefala che perde pezzi (Arosio,
Maspero, Brianza) e che imbarazza i suoi stessi alleati, ma sempre al centro
del disegno egemonico, unico reale progetto per la città. Eppure, nonostante questo sia evidente per tutti, l’opposizione sembra sfaldarsi, ogni
singolo tassello pare più interessato ai piccoli orticelli, agli interessi di
bottega, alle avventure personalistiche. Ha ragione Paolo Grassi, voce saggia e
coerente di chi ha maturato lustri di esperienza politica, quando esorta a
cercare ciò che unisce nell'unico, esclusivo interesse della città. La deriva è
vicina: ma i rematori, unendo gli sforzi nella giusta direzione, la possono ancora
evitare.
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