Signor Ministro dell’Interno,
ha potuto finalmente dare libero sfogo alla Sua passione per
le ruspe con il clamore dei media per affermare la presenza dello Stato nei
confronti della criminalità organizzata. Il Sottosegretario del Suo Dicastero
ha annunciato alla stampa locale l’imminente militarizzazione del territorio
canturino. La Lega vuole apparire in prima fila nella lotta per la legalità. Devo
però segnalarLe che, lontano dai palcoscenici, il suo partito, che ha
amministrato fallimentarmente Cantù (è imminente lo scioglimento del Consiglio
Comunale per l’incompatibilità del Sindaco), ha omesso colpevolmente un atto
dovuto alla città, duramente colpita dalla Ndrangheta, non costituendosi parte
civile nel processo iniziato a Como a carico di nove imputati di associazione
mafiosa. In quel processo, in cui per motivi intuibili, si registra un’unica
costituzione di parte civile, nonostante vi sia una pluralità di persone
offese, il Comune avrebbe potuto riaffermare con forza i principi di legalità,
offrendo sostegno e riferimento alle parti offese. Un atto dall’enorme valore
simbolico per dimostrare che la città lotta contro la criminalità organizzata e
non ha paura di affrontarla. Nel profondo Nord, lontano dai riflettori, la
coscienza civica resta al palo. Eppure non servivano le ruspe e neppure l’esercito.
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