martedì 27 novembre 2018

LETTERA APERTA


Signor Ministro dell’Interno,
ha potuto finalmente dare libero sfogo alla Sua passione per le ruspe con il clamore dei media per affermare la presenza dello Stato nei confronti della criminalità organizzata. Il Sottosegretario del Suo Dicastero ha annunciato alla stampa locale l’imminente militarizzazione del territorio canturino. La Lega vuole apparire in prima fila nella lotta per la legalità. Devo però segnalarLe che, lontano dai palcoscenici, il suo partito, che ha amministrato fallimentarmente Cantù (è imminente lo scioglimento del Consiglio Comunale per l’incompatibilità del Sindaco), ha omesso colpevolmente un atto dovuto alla città, duramente colpita dalla Ndrangheta, non costituendosi parte civile nel processo iniziato a Como a carico di nove imputati di associazione mafiosa. In quel processo, in cui per motivi intuibili, si registra un’unica costituzione di parte civile, nonostante vi sia una pluralità di persone offese, il Comune avrebbe potuto riaffermare con forza i principi di legalità, offrendo sostegno e riferimento alle parti offese. Un atto dall’enorme valore simbolico per dimostrare che la città lotta contro la criminalità organizzata e non ha paura di affrontarla. Nel profondo Nord, lontano dai riflettori, la coscienza civica resta al palo. Eppure non servivano le ruspe e neppure l’esercito.

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