Le intenzioni tattiche di Arosio (e della maggioranza) sono ora manifeste. Dopo le gravi accuse sollevate in Consiglio Comunale sulle presunte irregolarità che avrebbero commesso gli uffici nell'affidamento dell’appalto che coinvolge l’impresa Zanfrini, non restano dubbi. Ben consapevole che non potrà essere rimossa la causa di incompatibilità contestata dal Consiglio, il Sindaco, che beneficia dei dieci giorni previsti per le sue osservazioni, ha deciso che saranno i Giudici, dopo l’inevitabile decadenza, a determinare la sua permanenza (o meno) in carica. Invocando un parere del professor Valerio Onida, già presidente emerito della Consulta, al quale si è rivolto, Arosio ha rivendicato il diritto ad essere eletto, omettendo, ancora una volta, ogni ammissione di responsabilità per la grave situazione che mette in scacco la politica cittadina. Additando pretese altrui colpevolezze (in questo caso degli uffici preposti), senza neppure considerare l’ipotesi delle dimissioni, il Sindaco ha deciso di avviare la sua personale e cruenta battaglia a suon di carte bollate, sostenendo l’incostituzionalità della norma, già oggetto, in passato, del sindacato del Giudice delle leggi. Ne farà le spese Cantù, coinvolta in una battaglia legale dagli esiti incerti, con buona pace dell’amore per la città, eterea citazione da campagna elettorale.
lunedì 17 luglio 2017
lunedì 10 luglio 2017
GOLPE!
L’Onorevole, percepita la reale portata delle possibili
conseguenze della profilata incompatibilità (o ineleggibilità) del Sindaco
eletto non ha avuto dubbi: era in atto un colpo di stato, un vero e proprio
golpe architettato ai danni della Lega. L’autore (o gli autori) non erano
indicati anche se il parlamentare sembrava non avere dubbi sulle responsabilità
addebitabili a chi, all’interno dell’Amministrazione aveva taciuto,
compromettendo l’esito della consultazione. Dobbiamo, però, ricordare a noi
stessi che la legge si reputa conosciuta da tutti i cittadini ed in particolare
l’art. 61, nella sua attuale formulazione, è in vigore da tredici anni. Non
solo, propria la Lega Nord, (http://www.leganord.org/phocadownload/elezioni/moduli_utili/ineleggibilita_incompatibilita.pdf)
riporta, a cura della Segreteria Organizzativa Federale, Ufficio Elettorale, un
chiarissimo vademecum che indica le ipotesi di ineleggibilità e
incompatibilità, tra cui quella rilevata nel caso di Edgardo Arosio. Il conto
(o meglio il golpe) non torna a meno che alla lettera g non si sostituisca,
come hanno inteso tutti i cittadini, la lettera c: non golpe, dunque, ma colpe,
vere e proprie negligenze da ricercare al proprio interno e che pagheranno i canturini
per gli inevitabili ritardi o, in caso di omessa rimozione della causa, per i
costi connessi alla nuova competizione elettorale e al blocco dell’attività
amministrativa. L’importante, come nella commedia di Aristofane è che: “Se uno
ti becca in flagrante con sua moglie, gli risponderai che non hai fatto niente
di male; poi butterai la colpa addosso a Zeus, dicendo che anche lui soccombe
all'amore per le donne. E tu, mortale come sei, come potresti avere più forza
di un dio”?
sabato 8 luglio 2017
AROSIO SINDACO?
Secondo la stampa locale il
neo-eletto Sindaco di Cantù, Edgardo Arosio, sarebbe incompatibile (forse ineleggibile),
ai sensi dell'art. 61 del testo unico delle autonomie locali. Occorre precisare
che l'ineleggibilità è diversa dall'incompatibilità e diverse sono, dunque, le
conseguenze che ne derivano. L'ineleggibilità incide sull’esercizio del diritto
di elettorato passivo e, pur non comportando l’invalidità del procedimento
elettorale, impone, come prevede l’art. 68, I comma del TUEL, la declaratoria
di decadenza del vincitore, della Giunta e lo scioglimento del Consiglio, con
necessità di nuove elezioni. E’ ben vero che il terzo comma dell’art. 68
prevede la possibile rimozione delle cause di ineleggibilità, ma l’espresso
riferimento legislativo è alle cause di ineleggibilità sopravvenute e non a
quelle originarie. Nel caso specifico occorrerà verificare tali circostanze. Qualcuno,
senza riflettere, si è affrettato a dichiarare che si tratta di una norma
assurda: in realtà è una regola di civiltà e senza alcun riferimento al caso
concreto, in cui sono indubbie la moralità professionale dell’azienda e la
correttezza del Sindaco, astrattamente, nel caso di appalto di servizi, per suo
carattere continuativo e di durata, è bene che non vi possa essere alcun
sospetto su situazioni che potrebbero rivelarsi di vantaggio rispetto ad altri
operatori. La conclusione è che, politicamente, preferiamo vincere sul campo,
ma l’ordinamento esige rispetto di norme ed istituzioni.
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