Apprendiamo da un sito on line che vorrebbe riportare fatti di cronaca locale di un episodio di fantapolitica, con un ardito, quanto inappropriato parallelismo tra pretesi patti: l'uno, quello del Nazareno, noto alle cronache nazionali per i cattivi propositi e gli infausti esiti, l'altro, quello di via Rencati, definito come l'accordo per parcheggiare Bizzozero in attesa della scadenza di mandato, lasciandogli i comandi senza intralci. Giustamente le civiche che costituiscono la maggioranza hanno categoricamente smentito l'esistenza del preteso accordo. Peraltro, per patto, nel significato corrente, si intende la convenzione o l'accordo fra due o più persone. Nel caso specifico non si capisce chi siano gli artefici, oppure se si tratti di una deliberazione (le assemblee manifestano la loro volontà attraverso atti collegiali). Poco importa: per il sito l'intento era quello di rivelare un disegno segretissimo volto a delineare scenari futuri già decisi. Ma gli autori hanno verificato le fonti della presunta notizia? Hanno pubblicato la smentita? Occorre rispondere negativamente ad entrambe le domande. Se la boutade o la goliardia sono ben accetti in ambiti giocosi ed informali, il giornalismo impone, invece, il rigore per i danni che potrebbero derivarne ai soggetti ingiustamente coinvolti. Proprio per questo la legge sulla stampa, all'art. 8, impone la rettifica di notizie inveritiere, come nel caso di specie: L.i.C. e C.R. hanno smentito l'esistenza del presunto accordo ed anzi hanno specificato che l'argomento delle prossime elezioni amministrative non è ancora sull'agenda politica della maggioranza. Come hanno chiarito i giudici in numerose decisioni, le pubblicazioni in Internet sono ormai perfettamente assimilabili alla stampa, con tutte le conseguenti assunzioni di responsabilità che potrebbero conseguirne. Si impone, dunque, da un lato la rettifica e dall'altro la verifica rigorosa delle fonti. In difetto sarebbe lecito agire a tutela della reputazione di due soggetti civici che, ispirandosi a principi universali, alla democrazia ed alla trasparenza non potrebbero mai neppure concepire un pactum sceleris di tal fatta, del resto palesemente contraddetto nei fatti, visto che il confronto, nella nostra maggioranza, non è mai venuto meno.
mercoledì 24 giugno 2015
martedì 23 giugno 2015
IL PD E IL PARCO DEL BERSAGLIERE
Chi fa politica, ad ogni
livello, a partire da quello locale, si assume delle responsabilità. Può
capitare che la vis polemica possa indurre taluni ad affermazioni sopra le
righe. Altri, ritenendo lecita ogni critica, anche personale, arrivano all’offesa.
Non mancano, purtroppo, gli insulti. C’è però un limite insuperabile: la norma
giuridica. Non si tratta di un’astratta linea di confine, ma di una regola di convivenza:
norme di relazione e di azione che disciplinano l’agire dei cittadini e delle amministrazioni.
L’insulto, in astratto è un fatto di reato, perseguibile a querela della
persona offesa. L’agire delle amministrazioni pubbliche deve rispettare il
principio di legalità. A fronte della violazione di norme che disciplinano un’attività
regolamentata, come ad esempio quella edilizia, l’amministrazione non può che
tenere un’unica condotta: reprimere l’abuso. Il potere di vigilanza, sempre
nello specifico ambito edilizio, impone agli organi preposti (e non si tratta
di quelli che esprimono l’indirizzo politico-amministrativo come il Sindaco, la
Giunta o il Consiglio) di avviare il procedimento sanzionatorio a seguito di
una denuncia. Non vi sono opzioni alternative o scelte che possano essere
dettate dal tanto abusato buon senso. Ecco la ragione per cui è assolutamente
inaccettabile l’inutile vociare di quegli esponenti del P.D. che, a fronte di responsabilità
proprie ed evidenti di chi avrebbe agito nell’illegalità, vorrebbero ascrivere
alla maggioranza che amministra la città colpe inesistenti sulla vicenda del parco del Bersagliere. Lic e C.R. non hanno, in alcun modo, determinato la situazione
attuale. Al contrario: questa Maggioranza, accogliendo le osservazioni
presentate dal partito democratico, ha riconosciuto nel Piano di Governo del
Territorio, con grande senso di responsabilità, la vocazione del comparto,
prevedendo la destinazione a servizi di interesse generale. Per poi essere
ripagati con la cattiva moneta delle gratuite illazioni, strumentali a polemiche
sterili e di bassa lega. A Cantù abbiamo bisogno di elevare il livello della
politica, nell'interesse della città e nella consapevolezza (che la maggioranza
ha dimostrato di avere) che l’ordinamento non segue il barometro o le inaccettabili
baruffe chiozzotte di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità lanciando inutili proclami.
martedì 16 giugno 2015
UP AND DOWN
Le esigenze di partecipazione sono connaturate alla nostra civica, tanto da costituirne il corredo cromosomico. Le difficoltà attuative di un programma partecipativo sono tante. Ma con impegno e convinzione possono essere superate. Lo dimostra l'iniziativa, davvero meritoria, che il gruppo di maggioranza, con il coordinamento di Roberta Molteni, sta portando avanti sulla futura destinazione dell'immobile che ospitava la Pretura (poi sede distaccata del Tribunale). La funzione principale (biblioteca) è stata prescelta con l'indicazione dei tanti cittadini che hanno voluto partecipare con le loro scelte. La seconda fase dell'iniziativa, dopo il passaggio in Assemblea, prevede uno studio di fattibilità per valutare se e quali ulteriori destinazioni siano compatibili con quella principale. Un bel capitolo di politica partecipata: quella che occorre per risollevare le sorti della politica, sempre più indirizzata verso forme autoritarie e autoreferenziali.
L'ultima assemblea, invece, ha evidenziato una situazione non in linea con i principi fondamentali delle liste di maggioranza. Mi riferisco al tema del palazzetto dello sport. Claudio Bizzozero ha riferito della scelta operata dalla Giunta in ordine alla sua futura collocazione. Ha chiarito che non si tratterebbe di una vera e propria manifestazione d'interesse (che l'Amministrazione si riserverebbe in ogni caso di valutare in una fase successiva), ma di un'indicazione di massima. Resta il fatto che su un tema tanto importante l'Assemblea di maggioranza non è stata coinvolta, né ha espresso una scelta. Peraltro, nel mio intervento, ho sottolineato che dovrebbero essere valutate attentamente le ragioni che militano per mantenere, quale area per il palasport, quella attualmente destinata dal PGT. In effetti la disciplina urbanistica è già in linea per una futura finanza di progetto che preveda anche l'inserimento di esercizi commerciali, mentre l'area di via Papa Giovanni XXIII è un'area destinata a servizi (con la necessità di una variante urbanistica), in concessione ad altre società sportive per le quali occorre prevedere una soluzione alternativa. Anche l'apertura manifestata dal Comune di Cucciago, a mio giudizio, richiedeva un approfondimento: se non altro per valutare comparativamente, con le altre ipotesi, costi e benefici. Secondo il Sindaco l'opzione prescelta dalla Giunta sarebbe l'unica praticabile, ma le argomentazioni non mi sembrano dirimenti. La politica locale va avanti così, tra alti e bassi. Tocca a noi dimostrare che l'assemblea non è un semplice organo di ratifica, ma il cuore della nostra maggioranza.
giovedì 11 giugno 2015
PRIME E SECONDE VISIONI
Devo necessariamente intervenire (anche se ne avrei fatto a meno) per chiarire alcune cose sull'intervento che potete trovare sul mio blog.
In primo luogo devo dire che Filippo Di Gregorio vede troppa cinematografia. Ecco quanto ha pubblicato: "La testimonianza di una maggioranza alimentata dal rancore, dal tutti contro tutti: i propri nemici e i propri amici, come in uno scenario da basso impero. Veleni e sicari in agguato, e un gruppo di giovani idealisti snervati da tanta mattanza, che cercano di distanziarsene, al limite mettendo in discussione (simbolicamente) persino il proprio capo, troppo osceno (etimo da ob scenus, di cattivo augurio), troppo iroso e fastidioso persino per chi gli dovrebbe tutto".
Il problema è che non so dove questo film, così ben recensito, l'abbia visto. Io ho solo affermato di provare imbarazzo per le frasi attribuite al Sindaco dalla stampa. Così riferite davano l'idea di una supremazia morale (inesistente ed inaccettabile) del Nord sul Sud. Non è in atto alcuna mattanza, né vi sono sicari all'opera, ma esiste una sano confronto di idee. Da tempo tutti sanno che spesso non condivido le esternazioni del Sindaco: chiarirlo, in un contesto democratico, senza insulti né polemiche sterili, non mi sembra proprio una mattanza (che dovremmo dire allora di Renzi e dei contrasti con la sua minoranza: è in atto una guerra nucleare?). Anche a Walter Brivio e a Federico Bianchi di Rugiada devo tirare (paternamente) le orecchie: non vi è alcuna lite personale (almeno da parte mia) ma solo una presa di posizione che ho ritenuto necessaria: non avrebbero dovuto utilizzare una terminologia del tutto inappropriata rispetto allo scambio (sempre civile nei toni e nei contenuti) tra me e Bizzozero. Ed ogni argomento politico, come il discorso del 2 giugno, li riguarda. Eccome. Per inciso non è vero che tutto il Sud ha votato per la Monarchia (una piccola, doverosa, precisazione).
mercoledì 3 giugno 2015
SPIGOLATURE
Il tempo delle messi è prossimo. Nella politica nazionale, per alcuni, il raccolto non pare particolarmente favorevole, per altri, che parlano esclusivamente alla pancia della gente, sembra un momento propizio. Non occorre scomodare i nomi dei leader o dei partiti (o del simulacro che ne resta) per intendersi. Per la politica locale, invece, più che le spigolature mi pare necessario evidenziare alcuni spigoli vivi che segnano anche la vita della nostra civica. Due sono gli argomenti, cui accenno brevemente: il discorso del Sindaco in occasione del 2 giugno, di cui la stampa locale riporta alcuni stralci e il palazzetto dello sport. Sul primo, dopo aver difeso Bizzozero in occasione della polemica sulla Procantù, quando le sue parole potevano essere male intese, mi sento, ora, piuttosto imbarazzato. La mia origine è meridionale e la visione manichea, semplicistica e disarmante per l'assenza di analisi storiche e sociologiche, attribuita al primo cittadino (il Nord è progresso, il sud è conservazione), mette in cattiva luce la nostra civica. Lo dico da semplice militante: credo che Claudio Bizzozero sia ben oltre i principi fondanti di Lavoro in Corso e stia cavalcando terreni inesplorati che lo avvicinano a chi, non coltivando la ragione, parla solo ed esclusivamente alla pancia, riproponendo il mantra (mai sopito) del parassitismo centralista. Mi pare che i nostri obiettivi siano ben più alti e significativi. Sul palazzetto dello sport ritengo opportuno chiarire che l'Assemblea di maggioranza non si è ancora espressa. Questo significa che tutte le soluzioni sono ancora aperte e che la decisione della Giunta non è vincolante, almeno sul piano politico, per l'intera maggioranza. Dico ovvietà, ma è corretto evidenziare l'ovvio. Per evitare fraintendimenti (come quelli che hanno dato origine al documento del PD, di cui la stampa locale, ha riferito in cronaca in questi giorni).
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