Non è mio costume ricorrere ad antichi brocardi per esprimere ciò che penso, ma ho ritenuto che non vi fosse locuzione migliore per esprimere la sorpresa di tanti fraintendimenti che nascono da interpretazioni erronee o in malafede. Ciò che è chiaro, dicevano gli antichi, non va interpretato ed in tal senso il comunicato dei giorni scorsi, condiviso con Francesco Pavesi ed Emilio Arnaboldi, non necessita di precisazioni o traduzioni. Abbiamo voluto chiarire che Lavori In Corso non ha infranto alcun patto con le forze politiche che ci hanno sostenuto. Resta inteso (ma è necessario ribadirlo?) che Claudio Bizzozero gode della nostra stima e fiducia che non sono mai state revocate in dubbio. La nostra formazione, autenticamene democratica, sui temi essenziali si esprime attraverso l'Assemblea. Abbiamo, dunque, voluto precisare che il discorso del Sindaco in Consiglio non costituiva la denuncia del patto elettorale. Al contrario era doveroso chiarire al PD che i punti programmatici condivisi restano tali e che è un errore politico determinare il voto sulla revoca in base ad un moto di stizza e non invece secondo un percorso coerente, che trae origine dal passaggio in Commissione Urbanistica. Le discussioni e le conseguenti deliberazioni sono sul merito dei temi affrontati in Consiglio. Resta un ultimo doveroso inciso sulla querelle relativa a Vitaliano Colombo. L'ho invitato, in occasione della festa del 2 giugno, a far parte, nell'interesse della città, del gruppo informale di studio per la redazione del PGT e l'ho chiamato alcuni giorni più tardi ribadendogli l'invito. Colombo afferma di non aver più saputo nulla sino alla fine di luglio. Le cose non stanno affatto così: al contrario sapeva bene che i problemi erano esclusivamente interni alla sua forza politica. Solo quando ha comunicato di aver superato le diatribe interne, ho scritto a lui e ad Antonio Pagani confermandogli la mia intenzione di costituire il gruppo che non poteva che cominciare a funzionare dopo la revoca del PGT. Al termine del Consiglio Comunale mi ha comunicato la sua rinuncia. Non ha perso tempo, invece, per criticare la scelta della revoca, con argomentazioni assolutamente non condivisibili sul piano giuridico, contraddicendo le sue stesse affermazioni. Asserisce che il PGT poteva e doveva essere approvato sulla base dei pareri espressi dalla Provincia e dalla Regione, dimenticando che, in quel modo, avremmo consentito un ulteriore, ingente consumo di suolo. Evidentemente solo revocando il PGT si poteva intervenire incisivamente garantendo il principio partecipativo per coloro che, confidando nel piano adottato, non avevano espresso le proprie osservazioni. In aggiunta Colombo dimostra di non conoscere le linee programmatiche di Lavori In Corso quando afferma che sacrificheremo il principio di partecipazione per cogliere l'obiettivo primario di contenere il consumo di suolo, addirittura violando la legge regionale. Le cose non stanno affatto in questi termini e sono meravigliato dal livello argomentativo: resta evidente che nella predisposizione del PGT, che costituisce un provvedimento amministrativo tipico e predeterminato per legge, rispetteremo i principi partecipativi ed offriremo livelli certamente superiori rispetto a coloro che ci hanno preceduti, ma non potremo inaugurare la stagione dell'urbanistica partecipata in cui crediamo fermamente che è ben altro rispetto alle previsioni della legge regionale. Ma questo Colombo non lo sa....
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