venerdì 13 aprile 2012

BOSSI, I SOLDI DEL PARTITO ED IL COMPLOTTO

Dopo Lusi, senatore in quota PD e tesoriere della Margherita, si affaccia alla ribalta della cronaca, Belsito, tesoriere della Lega, già noto per le operazioni finanziarie "africane". Avrebbe pagato i conti (privati) del Capo con i soldi del finanziamento pubblico. Un altro episodio davvero inquietante sulle oscure vicende contabili dei partiti che gestiscono centinaia di milioni di euro "sottratti agli italiani", nonostante il referendum del 1993, con il sotterfugio dei "rimborsi" per le spese elettorali. La Lega, dunque, non si sottrae, come da tempo sosteniamo, ai noti vizi dei partiti "romani" che, secondo l'art. 49 della Costituzione, dovrebbero concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale ma che, al contrario, privi di reale democrazia interna, finiscono per divenire strumenti di concentrazione del potere in poche mani, con le conseguenze narrate nelle cronache giudiziarie. La speranza è che gli elettori capiscano, una volta per tutte, che è giunto il momento di cambiare. Cominciando proprio da Cantù, dove la Lega, che amministra da vent'anni, tenta, con una rattrappita operazione di restyling, di conservare il potere appoggiandosi alle stampelle tarlate di Impronta Civica, maestra di trasformismo locale e della Destra (movimento autenticamente autonomista, federalista, secessionista...). Si torna all'antica idealità: Franza o Spagna ... 

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