Comincio con una citazione: “ognuno è il miglior giudice in quello che lo riguarda direttamente, il più qualificato per provvedere ai suoi bisogni particolari” (Toqueville, La democrazia in America). Non abbiamo bisogno di capi, padrini politici o direzioni nazionali per decidere quello che occorre fare a Cantù e nonostante la Regione, la Provincia ed il Comune abbiano avuto la stessa maggioranza non abbiamo visto alcuna sinergia. Noi pensiamo, al contrario, che il potere deve essere diffuso, proprio per evitare quello che è accaduto nel nostro Paese e nella nostra Città. Ci ritroviamo, oggi, per presentare ufficialmente le liste civiche che animano la nostra colazione. Siamo quelli di sempre, con i valori in cui crediamo e con l’idea, oggi più che mai valida, che i partiti hanno contribuito al declino del Paese. La Lega, con i recenti fatti di cronaca che hanno colpito il cuore di un movimento che si proclamava “duro e puro”, ha esaurito la sua forza propulsiva e non è più credibile: con i rimborsi elettorali sono state finanziate le spese personali della famiglia Bossi e le successive epurazioni finiscono per sollevare solo cortine fumogene che non ingannano nessuno. Quegli stessi personaggi che oggi si proclamano convinti protagonisti della “pulizia” interna al partito sino a ieri hanno diligentemente eseguito le direttive del “Capo” senza mai sollevare dubbi sull’impiego dei fondi o sulla candidatura di Renzo Bossi (Maroni, sostenendo il Trota in campagna elettorale, affermava: “un nome una garanzia”). Il PDL ha disatteso ogni patto con i propri elettori: al di là delle grottesche vicende personali di Berlusconi che hanno minato la credibilità del nostro paese, restano promesse di modernizzazione non mantenute, riforme rimaste al palo ed un livello di tassazione ai massimi livelli di sempre. In Lombardia stiamo assistendo allo scandalo della sanità che coinvolge personaggi vicini al Presidente Formigoni. Il PD non è da meno: il senatore Lusi aveva mano libera sui rimborsi elettorali e non sono chiari tutti i passaggi di denaro sottratti alla fiscalità generale per arricchirlo personalmente, per finanziare la fondazione di Rutelli e chissà chi altri. Penati, personaggio di spicco del partito, ed attualmente ancora consigliere regionale del PD, è coinvolto in vicende giudiziarie che vanno dalla concussione, alla corruzione ed al finanziamento illecito ai partiti, oltre ad essere indagato per concorso in corruzione in relazione all'acquisto della Milano-Serravalle. La conclusione è amara e sconcertante: nel momento di massima crisi istituzionale ed economica nazionale i partiti non si sono assunti la responsabilità di affrontare la grave crisi economica, preferendo affidare a Monti i destini del Paese. A Cantù tutti hanno constato quanto deleterio sia stato il mandato amministrativo che giunge a conclusione: la Lega ed il PDL hanno ridotto la nostra città ad uno spazio assediato dal traffico, dalla speculazione edilizia. L’assenza di ogni idea politica non ha consentito il raggiungimento di alcun obiettivo. La città è esausta. Lavori in Corso è pronta, tra le mille difficoltà di un momento così difficile, a farsi avanti, forte dell’idea che tutti siamo coinvolti e che ognuno di noi deve impegnarsi per la sua città. Lo dobbiamo, prima di tutto alle nostre famiglie, ai nostri figli. Alle persone deboli e disagiate che vivono ai margini della società ancora più isolate di prima e senza aiuti. Dobbiamo ridare fiducia ai lavoratori e coraggio agli imprenditori. Dobbiamo rianimare il dibattito politico per fare le scelte giuste con serietà e competenza. Ne va del nostro futuro. Ma non dobbiamo limitarci ad una gestione amministrativa corretta e senza sprechi, che si dedichi alla cura della città e dei suoi abitanti: abbiamo bisogno di affrontare i grandi temi che coinvolgono anche il futuro del Paese: l’imposizione fiscale e l’IMU, il patto di stabilità interna, l’autonomia degli enti locali e l’esigenza di affermare i principi di una società realmente democratica sotto il profilo della partecipazione e delle scelte per il bene comune. Per questo intendiamo avviare una petizione ai sensi dell’art. 50 della Costituzione. L’art. 50 della Carta fondamentale prevede: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”. La nostra idea è quella di chiedere al Parlamento l’abrogazione dell’IMU o una sua integrale revisione. Oggi questa imposta, nella sua attuale struttura, costituisce la negazione dell’autonomia. L’aumento del carico fiscale rappresentato dall’IMU agisce in misura inversamente proporzionale al patrimonio ed al reddito. Cioè più si è poveri e maggiore è l’incremento percentuale del peso fiscale. La CGIA di Mestre, oggi divenuta una fonte autorevole, ha fatto alcuni calcoli e la conclusione, apparentemente paradossale, è che i ricchi ci guadagneranno. Per non parlare del patto di stabilità interna che non consente ai comuni di pianificare spese correnti ed in conto capitale. Su questi temi non possiamo restare inerti, ma al contrario, dobbiamo prendere posizione, denunciare le situazioni di ingiustizia ed opporci, nei limiti di quanto l’ordinamento ci consente, a decisioni che riteniamo ingiuste e dannose per il nostro futuro. Crediamoci sino in fondo
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