Ora
che si riparte occorre ripensare al ruolo della politica, partendo anche dalla
politica locale. Quella vicina ai cittadini, tra le persone. Mai come nell'emergenza
la politica è sembrata tanto impotente e così distante dalla nostra
quotidianità. La ridda di decreti, ordinanza, linee guida e protocolli (il
presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma ne ha pesati per otto chili) ha
creato un diffuso senso di disagio, di malessere. Alcuni di coloro che hanno un
ruolo di governo negli enti locali hanno pensato che l’unica strada fosse
annunciare i dati, comunicare i provvedimenti, reprimere e sanzionare le
condotte difformi. Eppure non sarebbe stato difficile attuare, in una fase così
delicata, il principio della partecipazione. Tante persona, costrette nelle
proprie abitazioni, avrebbero potuto riscoprire il reale scopo della politica:
attuare le scelte migliori nell'interesse comune, esercitando un potere diffuso
e non verticistico. Ecco la ragione per cui l’opposizione, unita, ha chiesto la
convocazione di un Consiglio comunale aperto, che preveda la partecipazione dei
cittadini, dei componenti della Consulta per l’economia e dei rappresentanti
degli enti e delle associazioni del terzo settore. Riteniamo che sia doveroso,
da parte della maggioranza che amministra la città, illustrare e discutere il
piano predisposto per il graduale rientro alla normalità con i cittadini.
Ripartendo dalla partecipazione