In questi giorni così lontani
dalla quotidianità a cui eravamo assuefatti, ho preferito non scrivere nulla. Sono
tempi terribili in cui ognuno di noi teme per sé, per i propri cari, per gli amici,
per il nostro paese e per quest’umanità prostrata e dolente. Il disumano sfonda
le porte ed entra nelle nostre case: tante, troppe persone morte senza il
conforto delle persone care. Sullo sfondo,
così vicino, si stagliano i gravi problemi socioeconomici che dovremo
affrontare nel futuro prossimo. Ho le mie riserve sui provvedimenti e sulle
modalità delle Autorità sanitarie regionali ed anche nazionali. Ma ora occorre non
perdere la speranza e costruire un fronte comune e compatto. Lasciamo le
polemiche agli sciocchi, ai capponi di Renzo. Con questo intento mi pongo
una domanda, considerata la curva epidemiologica attuale: abbiamo, al di là dei
recenti provvedimenti organizzativi del Sant'Anna, una soluzione per il sempre
crescente numero di pazienti contagiati? Penso ad una soluzione di buon senso,
senza tirar fuori padiglioni fieristici, il San Martino o le caserme. In via
Napoleona c’è la vecchia sede dell’ospedale. Con il monoblocco realizzato negli
anni Settanta ed un padiglione (il Grassi) adibito al reparto infettivi sino al
momento in cui è avvenuto il trasferimento. Si tratta di un edificio presidiato
perché anche attualmente, come tutti sanno, ci sono gli ambulatori dell’A.T.S. Io
credo che l’ipotesi della riapertura parziale del vecchio ospedale, al netto
degli aspetti organizzativi, debba essere presa almeno in considerazione. Non
sono a conoscenza dello stato attuale dell’edificio e della funzionalità degli
impianti, ma credo che l’Autorità sanitaria debba attentamente vagliare un’opzione
che sgraverebbe l’attuale struttura di san Fermo, già prossima alla
saturazione. Un nosocomio che potrebbe diventare di riferimento anche per i
territori vicini, in una posizione che, dal punto di vista geografico e sotto
il profilo logistico, è sicuramente vantaggiosa. Sarei molto più cauto, invece,
sulle possibilità di potenziamento del Sant'Antonio Abate di Cantù che ha
mostrato limiti evidenti con il contagio di due medici e tre infermieri del reparto
di ortopedia (determinandone la chiusura) e di un medico del pronto soccorso. Senza
considerare che, secondo quanto denunciano i sindacati, gli operatori sociosanitari
alle dipendenze di una Cooperativa presterebbero l’attività in carenza di
dispositivi di protezione e senza fruire del servizio lavanderia dell’azienda
ospedaliera. Le scelte di politica sanitaria dell’immediato richiedono il
vaglio di ipotesi concrete e percorribili rapidamente, nell'interesse della
collettività. Senza steccati ideologici e senza tatticismi politici.
martedì 24 marzo 2020
giovedì 5 marzo 2020
UNITI E' POSSIBILE: SURREALE, OFFENSIVO E PROVOCATORIO
UNITI E' POSSIBILE: SURREALE, OFFENSIVO E PROVOCATORIO: Giungono, puntuali, le esternazioni del capo locale della Lega che definisce surreale, offensiva e provocatoria la proposta di concedere...
SURREALE, OFFENSIVO E PROVOCATORIO
Giungono, puntuali, le esternazioni del capo locale della Lega
che definisce surreale, offensiva e provocatoria la proposta di concedere alla
comunità islamica, per il Ramadan, la chiesa di Santa Maria. Surreale,
offensivo e provocatorio è, al contrario, l’atteggiamento dell’on. Molteni che,
da uomo delle istituzioni dovrebbe prendere atto di quanto ha statuito la Consulta
che ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Lombardia per l’evidente
lesione dei diritti inviolabili dell’uomo. Offensivo e provocatorio è
continuare a fomentare conflittualità inesistenti per bieche finalità
elettoralistiche. Surreale è la condotta di chi impone direttive che i propri
sottoposti applicano con zelo e senza alcuna riflessione. Surreale, offensivo e
provocatorio è non considerare che il T.A.R., con provvedimento urgente, ha
ordinato, sia nel 2018 che nel 2019, al Comune di Cantù di consentire, in via
occasionale e temporanea, l’uso dell’immobile all'associazione proprietaria negando,
per la terza volta, senza ragioni plausibili lo svolgimento del Ramadan anche
quest’anno. Surreale e raggelante è la totale assenza di ogni empatia nei confronti
dell’altro, del diverso, della comunione fraterna a cui l’umanità aspira.
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