Il copione era già scritto. Al Giudice Amministrativo non
poteva passare inosservato il repentino annullamento in autotutela dell’appalto.
Nessuno ha mai veramente creduto al ripristino della presunta legalità violata.
Ed il passaggio del T.A.R è esemplare per chiarezza: “Di fronte a tale
scansione temporale e ad una violazione palese delle garanzie di
partecipazione, appare arduo sostenere che la questione relativa alla figura
del sindaco possa assurgere a mera occasione del procedimento di autotutela,
trovando semmai quest’ultimo la propria vera causa nella necessità di rimuovere
la situazione di incompatibilità”. Altro che tutela della concorrenza e tariffe
potenzialmente inferiori! In realtà emerge un apparato amministrativo piegato alle esigenze personali del sindaco. Davvero un brutto capitolo della storia
recente della città. Ora che la foglia di fico è caduta, riemerge l’incompatibilità
mai rimossa, con la conseguente decadenza. La Lega, combattuta una battaglia di retroguardia che getta
ombre sul suo operato, ha mostrato il vero volto: quello di un partito che nega
i diritti fondamentali, che si erge a difensore di una pretesa razza bianca e
che non esita, pur di coprire le sue gravi responsabilità nell’aver candidato
un soggetto incompatibile, ad avallare, secondo la sentenza “l’illegittimo
esercizio del potere di autotutela … lo sviamento di potere … la palese
violazione delle garanzie di partecipazione procedimentale”. Vi è quanto basta per voltare pagina. Quanto prima e
definitivamente.
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