Solo ora il Vicesindaco di Cantù riconosce che amministrare
è difficile e chiede venia se in campagna elettorale o all’opposizione ha usato
toni duri nei confronti degli avversari politici. Qualcuno, ingenuamente, potrebbe sostenere
che si tratta di onestà intellettuale. Ma è solo un’operazione di facciata, con
cui si mettono le mani avanti. Il problema è che la politica non è un gioco:
chi si prepara ad amministrare deve avere le competenze e la professionalità
per affrontare uno degli incarichi attualmente più difficili e complessi, con l’aggravante
delle disponibilità finanziarie sottratte da uno stato centrale che tratta gli
enti locali come figliastri. In poche parole la politica non è un gioco: dalle
capacità di un sindaco e di un giunta dipendono i destini della comunità
amministrata. Chi ha pensato di sparare ad alzo zero, salvo poi, una volta in
sella, dire che gli spiace, che ha esagerato perché amministrare è difficile,
dovrebbe dimettersi immediatamente, per coerenza. La politica è cosa seria
anche se ormai lo pensano in pochi.
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