La politica è un’arte, nel senso che ad essa non è
applicabile il metodo sperimentale. Avendo la pretesa di influire sulla realtà
economico-sociale è l’arte (e non la scienza) della complessità, in cui la
mediazione, per evitare i molteplici conflitti, svolge un ruolo importante, con
un limite: il rispetto dei diritti fondamentali. La libertà di espressione, di
associazione e di culto non possono essere negati. In questi casi nascondere la
testa sotto la sabbia e non affrontare i problemi significa lasciare campo
aperto a chi, brutalmente, con urla scomposte, pretende il ritorno ad un
passato di negazione e di privazione nel nome di pretesi ordine, pulizia e
disciplina. Mi spiace per Edgardo Arosio, che ricordo in Consiglio comunale
sempre gentile ed affabile, se il suo scopo coincide con la negazione dei
diritti in forza della diversità, accampando il ripristino di una
legalità mai violata. Troverà sempre la mia ferma opposizione. Vorrei ricordare
a lui, ma anche a Nicola Molteni (con cui ho collaborato, senza steccati
ideologici, sul tema della Giustizia) e ad Alessandro Fermi, quando l’ho conosciuto
come giovane collega attento e disponibile, che rimestare nel torbido
costituisce sempre un pericolo perché impedisce agli uomini di buona volontà di
comporre le proprie e le altrui ragioni. La Lega becera e populista che cavalca
le tigri dell’immigrazione e del terrorismo islamico rischia di precipitarci
nella notte più cupa. È il momento di non lasciarle il campo.
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