L’amministrazione degli enti
locali oggi richiede un elevato livello di competenze, molto più che in
passato. Non sono sufficienti l’onestà e l’impegno, che restano dei
pre-requisiti indispensabili. La dimensione del governo locale impone modalità
nuove che devono prevedere moduli organizzativi conformi ad una gestione adattativa
che consideri, da un lato, il drastico calo delle disponibilità finanziarie e
dall'altro le molteplici opportunità offerte dalle semplici sinergie sino agli
accordi con enti, associazioni o comunque soggetti, sia pubblici che privati.
Progettazione e programmazione degli interventi e delle erogazioni
costituiscono, oggi, la chiave di volta sia per costruire rapporti proficui che
per il fund raising. Con una semplice metafora cercherò di chiarire meglio la
mia esposizione, riferendomi alla fisiologia delle piante. Se ad un albero
viene a mancare l’acqua, la prima reazione sarà il disseccamento delle foglie e
dei rami periferici della chioma. Ma nei casi di siccità la sua salvezza non
dipenderà esclusivamente dal ritorno, auspicabile, dell’acqua, ma anche dalla
possibilità che le radici abbiano trovato, in profondità, terreno umido che
consenta la loro sopravvivenza. Si tratta, per le organizzazioni complesse, di
creare meccanismi flessibili che consentano cambiamenti rapidi quando si
rendono necessari per mantenere le proprie finalità. La vera sfida resta però
quella di attivare questi meccanismi coniugandoli alla partecipazione, il punto
nodale della politica che, con i partiti, ha toccato il punto di non ritorno. Fra l'avanzare dell'autoritarismo ed una maggiore partecipazione ed impegno per i
beni comuni, quale appare la soluzione più auspicabile?
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