Il signor Enzo Marelli Miristela, pungente stiletto dei democratici di Cantù, mi offre il destro per tornare sull'argomento delle concessioni di coltivazione per idrocarburi. Sulla prima obiezione si tratta di sensibilità ed opinioni diverse: a mio avviso occorrerebbe molta più democrazia diretta ed il cittadino, nelle rare occasioni in cui è chiamato a compiere scelte importanti, deve rispondere votando e non lavandosene le mani. Sul secondo punto è meglio approfondire i temi per non incorrere in errore, lasciando la Casalinga di Voghera nel dubbio. Che la concorrenza sia in gioco, nella materia, lo prevede la legge di settore (d.lgs 25.11.1996, n. 625) che recepisce norme comunitarie. Inoltre, che alla scadenza della concessione non vi possano essere operatori interessati è tutt'altro che scontato, visto che la struttura per la coltivazione è già funzionante. Rinnovare senza termine di scadenza le concessioni resta, dunque, una violazione del principio di concorrenza. Infine, sul terzo punto, proprio non ci siamo: si dovrebbe sapere che, proprio in base alla legge, recepita nelle convenzioni stipulate al termine della gara con il concessionario, la parte del ripristino dei luoghi, a salvaguardia dell'ambiente, costituisce un preciso obbligo e non resterebbe alcuna piattaforma (che invece rimane sino all'esaurimento del giacimento, per legge, senza previsione di termini). Mi sembra giusto concludere con le stesse parole del signor Marelli che condivido pienamente: "E’ dunque del tutto evidente anche alla casalinga di Voghera che l’argomento meriterebbe una discussione meno strumentale e ben più pacata di quanto non succeda in queste settimane perché certo il futuro del Paese non dipende dall’esito del referendum ma un certo modo di fare politica si".
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