Mancano pochi
giorni al referendum sulla durata delle concessioni petrolifere nelle acque
territoriali dello Stato. Nel merito, al di là delle inchieste penali che lo
hanno consegnato ad una rovente verifica sul Governo, vorrei ragionare in
termini oggettivi. In primo luogo sull’astensione. Per la mia appartenenza ad
una civica che ha fatto della democrazia, anche diretta, uno dei motivi
centrali dell’azione politica, non è accettabile, nelle poche occasioni in cui
siamo chiamati direttamente ad esprimerci su un provvedimento legislativo,
chiamarsi fuori. Si o no. La pilatesca astensione non mi convince.
Ragioniamo, in secondo luogo, in termini europei, come è accaduto spesso, anche in occasione del
provvedimento noto come “sblocca Italia”. La relatrice, onorevole Braga, nell’intervista
rilasciata al Sole 24 ore affermava, all’indomani della sua approvazione: “Fondamentale,
in particolare, il rafforzamento della trasparenza e delle concorrenza che
otteniamo garantendo un più ampio accesso al mercato delle imprese, nella
convinzione che l'Italia non si sblocca se non si garantisce alle imprese di
accedere agli investimenti”. Il Trattato
dell’Unione definisce la concorrenza un principio fondamentale. Le nuove
direttive europee in tema di concessioni ed appalti, in attesa di recepimento,
richiedono procedure concorrenziali e trasparenza. Allora mi chiedo: come
garantisce la concorrenza (e la trasparenza) una norma che proroga sine die le
concessioni, escludendo nuove procedure di gara? La concorrenza non è
invocabile (o meno) a seconda della bisogna.
Vorrei chiudere con un terzo argomento che rimanda alla vocazione del nostro paese. Le nostre coste
meravigliose, le nostre città d’arte, il nostro paesaggio (peraltro già compromessi)
possono trasformarsi nei territori desertici degli Emirati, della Libia o dell’Iraq?
La bellezza dell’ambiente, la salubrità dei luoghi e la genuinità dei sapori
non sono forse beni comuni primari da preservare per investire nel nostro
futuro? Le royalties più basse d’Europa non giustificano alcun rischio.
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