Dal Congresso di Lavori In Corso. Seconda parte.
Vinte
le elezioni toccava, dunque, a noi tutti dimostrare di essere capaci di attuare
quei principi che ci avevano sostenuto nei lunghi anni di opposizione in cui le
amministrazioni di Lega e PDL che si erano succedute avevano, purtroppo per la
nostra città, dato prova di incapacità amministrativa, di sperpero di denaro
pubblico e di grave immobilismo. Inutile citare la sequenza dei gravi errori
commessi che non hanno consentito a Cantù di svolgere quell'importante ruolo di
polo di riferimento per il contesto territoriale che le spetta. Ho accettato
deleghe molto gravose (Urbanistica, Ambiente, Lavori Pubblici, Trasporti e
Viabilità) con spirito di servizio e con l’unico pensiero di dimostrare che,
sia pure con tutte le difficoltà dovute alla pesante eredità del passato, era
possibile perseguire quegli obiettivi che ci eravamo riproposti: dare
finalmente un Piano di Governo del Territorio rispondente alle esigenze di
contenimento del consumo di suolo perseguendo, nel contempo, finalità di
rinnovamento del patrimonio edilizio esistente e di tutela e promozione
ambientale, con l’ambizione di riportare sul tavolo regionale il tema del parco
della Brughiera. Era, inoltre, indispensabile dare prova di un grande senso di
responsabilità nell’affrontare la delicata e complicata questione del
Palasport. Molti erano ancora i nodi da sciogliere ed era necessario rispettare
la convenzione sottoscritta dalla passata Amministrazione. Ricorderete le
questioni ancora aperte con i confinanti, l’autorizzazione provinciale per la
captazione dell’acqua e altre temi irrisolti. Sotto il profilo ambientale
occorreva preparare il nuovo bando per la raccolta dei rifiuti cercando di
ottenere condizioni migliori che consentissero anche una riorganizzazione delle
modalità di esplicazione del servizio. Per il trasporto pubblico locale
bisognava porre termine alle corse delle linee esistenti con un numero di
utenti talmente basso da non giustificarle. Nel
corso dei venti mesi in cui ho svolto il mio ruolo di assessore ho cercato di
dare il mio contributo per la soluzione di problematiche davvero complesse,
cercando di contemperare l’azione amministrativa con la carenza strutturali di
risorse, imposta da una politica nazionale miope ed ostile ai temi
dell’autonomia locale.
Avevamo
deciso di revocare il P.G.T. appena adottato dalla precedente maggioranza
perché non rispondeva, in alcun modo, ai principi ed ai criteri che ci eravamo
dati. In tempi ristrettissimi, imposti dalla legge regionale, siamo riusciti ad
istituire l’Ufficio di piano, composto dai dipendenti del Comune, e ad adottare
ed approvare lo strumento urbanistico. Quello che le passate amministrazioni
non avevano fatto in sette anni, spendendo oltre un milione di euro, noi siamo
riusciti a farlo in solo venti mesi, senza gravare le casse comunali. Peraltro
il contenuto del piano è innovativo e va nel senso della semplificazione, con
un occhio particolare alla tutela di ampie zone destinate, in passato, alla
pianificazione e tornate alla fruibilità collettiva, con una attenzione particolare
al riuso e alla rigenerazione urbana.
I
pochissimi ricorsi in sede giurisdizionale confermano la bontà delle scelte
intraprese.
Per
il Palasport abbiamo lealmente sostenuto l’operatore impegnato nella
realizzazione del Project financing, almeno sino a quando è stato possibile,
rispettando le obbligazioni contrattuali assunte.
Per
ragioni che non sono in alcun modo ascrivibili al nostro operato, l’esecuzione
dell’opera si è arrestata definitivamente, costringendo l’Amministrazione
comunale ad adottare gli ineludibili provvedimenti di risoluzione del
contratto, per poi affrontare, ex novo, l’annosa problematica della sospirata
casa della Pallacanestro Cantù.
Sul
fronte del trasporto pubblico locale abbiamo proposto, con successo crescente,
ad ASF, soggetto gestore, l’istituzione del servizio a chiamata, denominato,
come sapete, BUS TU che ha consentito di razionalizzare, in base al flusso dei
viaggiatori, le corse di un veicolo di piccole dimensione, più adatto ad
attraversare la città in sicurezza. Si tratta di un servizio fortemente
innovativo che segna un’importante discontinuità ed un indiscutibile progresso
verso forme sostenibili e più rispondenti alle esigenze di una moderna mobilità
urbana.
Sotto
il profilo della tutela e della promozione ambientale abbiamo, con il Comitato
per il Parco della Brughiera Briantea, dato sostanziale sostegno ed avvio al
progetto per la costituzione, con legge regionale, del parco. Allo stato il
progetto sembra concretizzarsi con l’estensione del parco delle Groane, creando
i presupposti per una vasta area di tutela ambientale le cui finalità devono
essere ancorate alla promozione ed allo sviluppo del nostro territorio, con la
valorizzazione dei beni ambientali e culturali, patrimonio inestimabile anche
della nostra comunità di riferimento (complesso monumentale di Galliano,
Cascina Santa Naga e ambito delle cascine)
Nei
miei venti mesi di esperienza amministrativa ho conosciuto ed apprezzato le
professionalità che operano all'interno dell’Amministrazione comunale: con i
dipendenti abbiamo conseguiti importanti obiettivi che dimostrano quanto sia
importante valorizzare le strutture e le risorse interne per coinvolgerle nelle
finalità che ci ripromettiamo nello svolgimento dell’azione amministrativa.
Devo
ora giungere al passo più delicato. Chiarire, definitivamente, le ragioni per
cui ho ritenuto necessario non concludere l’impegno che mi ero assunto con la
nomina ad Assessore. La scelta è stata, per me assai dolorosa, ma inevitabile.
Da tempo, come è noto, non condividevo modalità di esternazione non concordate,
sulle problematiche interne ed esterne all'Amministrazione. Non condividevo
neppure taluni atteggiamenti con toni inutilmente duri, volti più a demolire
che a costruire, con prese di posizione nette, anche laddove le questioni non
erano ancora chiare nei dettagli.
Mancava,
a volte, il coinvolgimento sui temi generali e locali e neppure gli obiettivi
di molte sortite sui media erano chiari. Non condividevo e non condivido un
atteggiamento presupponente, a volte sprezzante, con la pronuncia di inutili e
semplicistiche sentenze non necessarie, né richieste, ma che rischiavano (e rischiano) di
compromettere i processi in atto ed il conseguimento delle finalità proprie
della gestione amministrativa a cui siamo, in primo luogo, chiamati. Ho comunicato, in più occasioni, anche in
assemblea, il mio malessere e pur avendone avuto il sostegno, la situazione non
è mutata.
Ho
dovuto, pertanto e mio malgrado, prendere atto che non esistevano più le
condizioni per proseguire il mio lavoro all'interno della Giunta ed ho
comunicato le mie dimissioni.
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