domenica 25 gennaio 2015

APPUNTI DI VIAGGIO (DALL'AGENDA POLITICA CANTURINA)

Le vicende politiche canturine anticipano, per molti versi, i temi nazionali. Prendiamo, ad esempio, la questione della moschea: la Lega, ben prima dei tragici fatti di Parigi, ha avviato un’intensa campagna di disinformazione ad esclusivo vantaggio del pregiudizio, mistificando i fatti. In un primo momento ha raccolto firme per un referendum con modalità non previste dallo statuto. Successivamente, ha deciso di seguire le regole che il Consiglio comunale ha democraticamente approvato. Con un piccolo particolare non secondario: ha scritto un referendum inammissibile e discriminatorio. Come previsto, all'inevitabile declaratoria di inammissibilità, la Lega ha tuonato contro un preteso bavaglio in realtà inesistente. La Lega canturina dovrebbe commiserare solo se stessa non essendo riuscita (?) neppure a scrivere un quesito referendario ammissibile. Sbaglia, a mio giudizio, anche il nostro Sindaco, sia per l’ipotesi referendaria (che ha sostenuto), sia per l’ipotesi di consultazioni. Il Consiglio, di cui fa parte, ha espresso una volontà chiara ed inequivoca. Più che una consultazione occorrerebbe ribadire che le comunità islamiche che hanno richiesto uno spazio (a loro spese) quale luogo anche per il culto sono integrate nel tessuto sociale della nostra città. Si tratta di persone che lavorano, hanno famiglia e vivono la città, anche a livello istituzionale. Per la festa della Repubblica del 2 giugno 2014, molti di loro portavano la lunga bandiera italiana che si è snodata per le vie del centro ed hanno partecipato con grande attenzione e rispetto alle celebrazioni, dimostrando, con la loro presenza, che non considerano lo Stato italiano un’entità astratta ed indifferente.
Un altro tema tornato alla ribalta è la vicenda eterna del Palasport. I protagonisti, in questo caso, sono democratici canturini. Ancora una volta hanno avviato un’inutile iniziativa giudiziaria non avendo, in realtà, le idee chiare sulla fase propositiva. Come già era avvenuto prima dell’avvio dei lavori (ed anche in quel caso la nostra Civica decise di evitare l’iniziativa giudiziaria, attivando, però, una concreta iniziativa politica) hanno deciso di inviare un esposto che, allo stato, non ha alcuna utilità pratica. Ancora una volta si denunciano fatti noti, certamente da censurare sul piano politico: mai Lavori In Corso avrebbe scelto l’ipotesi poi percorsa da Lega e PDL, manifestamente eccessiva ed in bilico sul piano economico-finanziario. Di fronte al fallimento della finanza di progetto abbiamo avuto la conferma, purtroppo, di aver avuto ragione. Ma la magistratura contabile ha propri poteri ufficiosi e ritengo che il compito di una forza politica sa quella di individuare le soluzioni e non di indagare su pretese responsabilità erariali, Peraltro con l’invito a verificare eventuali responsabilità dirigenziali. Conosco i dirigenti del Comune di Cantù per aver collaborato intensamente con loro durante il mio incarico assessorile e devo confermare che si tratta di professionisti seri e preparati. La responsabilità delle scelte resta sul piano politico.
Infine un ultimo, importante tema. Riguarda il Piano Urbano del Traffico. La nostra assemblea potrà discuterlo in settimana e poi si avvierà un concreto ed importante confronto in città.
La fase partecipativa è aperta.

giovedì 15 gennaio 2015

LA LEGA E IL REFERENDUM

Lascia davvero perplessi l’evidente inammissibilità del quesito referendario proposto dalla Lega sulla moschea. Lo statuto comunale, all’art. 51, prevede con estrema chiarezza, quali sono le tipologie di referendum che è possibile proporre. La generica domanda depositata dalla Lega (VUOI TU L'APERTURA DI UN LUOGO DI CULTO ISLAMICO NEL COMUNE DI CANTÙ?), in effetti,  oltre ad essere  in evidente contrasto con il successivo art 52, comma terzo, del regolamento (che vieta quesiti discriminatori), non è ascrivibile ad alcun referendum proponibile (propositivo, abrogativo o abrogativo-propositivo). Non vi è alcun riferimento alla norma regolamentare o al provvedimento amministrativo che si chiede di abrogare o si intende proporre. In sostanza si formula una domanda improponibile. Possibile che Nicola Molteni (avvocato e parlamentare) e la Lega non siano in grado di predisporre un quesito referendario valido? Viene il sospetto che il testo del referendum sia volutamente inammissibile, al fine di creare un inesistente caso politico rispetto ad un quesito, che, peraltro, ove correttamente redatto, potrebbe dare esiti ben diversi rispetto a quelli sperati dai promotori. Lavori in Corso ha deliberato, in assemblea, di non ritenere politicamente opportuno un referendum su questioni connesse al piano di governo del territorio, approvato da tutti i componenti della maggioranza in seno al massimo organo rappresentativo: il Consiglio Comunale. Oltre a ragioni di coerenza e di risparmio della spesa pubblica su questioni già decise in Consiglio, Lavori in Corso ritiene che i diritti fondamentali debbano essere garantiti anche sul piano dell’effettività. Il che non significa accogliere terroristi o fondamentalisti che a Cantù, come in Europa, non avranno cittadinanza.


lunedì 12 gennaio 2015

LA FORZA DELLA RAGIONE

"L'oscurità non può scacciare l'oscurità; solo la luce può farlo" (M.L.King)
In questi giorni convulsi, in cui la disumana ferocia di uomini accecati dall'odio religioso strappava vite umane come foglie vizze il vento d'autunno, non dobbiamo dimenticare l'opera di Gandhi, di Martin Luther King, di Aldo Capitini e Giorgio La Pira. La violenza non è la risposta, né possiamo pensare che sia giunto il tempo delle guerre di religione. I diritti dell'uomo restano inviolabili e da quelle Carte, da quegli uomini traiamo la nostra forza e la nostra difesa. Mi ha fatto riflettere il testo tratto dal sito del periodo "Internazionale" (http://www.internazionale.it/opinione/karim-metref/2015/01/09/io-non-mi-dissocio). 
Per questo l'ho condiviso. Nicola Molteni e la Lega non hanno perso tempo per cavalcare i marosi: contro la moschea e contro coloro che, pur non avendo colpe (e mi riferisco alle famiglie musulmane che, a loro spese, hanno chiesto di allestire uno spazio di preghiera) divengono, per scopi elettorali, il bersaglio di una bieca campagna di stampa. Nelle nostre città gli estremismi ed i fondamentalismi non si combattono con la violenza o la repressione, ma con i percorsi di inclusione sociale. Cantù non deve perdere l'occasione per restare una città accogliente per tutti coloro che intendono rispettare i diritti ed i doveri della convivenza pacifica.
Vincenzo Latorraca