Le vicende politiche canturine anticipano, per molti versi,
i temi nazionali. Prendiamo, ad esempio, la questione della moschea: la Lega, ben
prima dei tragici fatti di Parigi, ha avviato un’intensa campagna di
disinformazione ad esclusivo vantaggio del pregiudizio, mistificando i fatti.
In un primo momento ha raccolto firme per un referendum con modalità non
previste dallo statuto. Successivamente, ha deciso di seguire le regole che il
Consiglio comunale ha democraticamente approvato. Con un piccolo particolare
non secondario: ha scritto un referendum inammissibile e discriminatorio. Come
previsto, all'inevitabile declaratoria di inammissibilità, la Lega ha tuonato
contro un preteso bavaglio in realtà inesistente. La Lega canturina dovrebbe
commiserare solo se stessa non essendo riuscita (?) neppure a scrivere un
quesito referendario ammissibile. Sbaglia, a mio giudizio, anche il nostro
Sindaco, sia per l’ipotesi referendaria (che ha sostenuto), sia per l’ipotesi di
consultazioni. Il Consiglio, di cui fa parte, ha espresso una volontà chiara ed
inequivoca. Più che una consultazione occorrerebbe ribadire che le comunità
islamiche che hanno richiesto uno spazio (a loro spese) quale luogo anche per
il culto sono integrate nel tessuto sociale della nostra città. Si tratta di
persone che lavorano, hanno famiglia e vivono la città, anche a livello
istituzionale. Per la festa della Repubblica del 2 giugno 2014, molti di loro
portavano la lunga bandiera italiana che si è snodata per le vie del centro ed
hanno partecipato con grande attenzione e rispetto alle celebrazioni,
dimostrando, con la loro presenza, che non considerano lo Stato italiano un’entità
astratta ed indifferente.
Un altro tema tornato alla ribalta è la vicenda eterna del
Palasport. I protagonisti, in questo caso, sono democratici canturini. Ancora
una volta hanno avviato un’inutile iniziativa giudiziaria non avendo, in
realtà, le idee chiare sulla fase propositiva. Come già era avvenuto prima
dell’avvio dei lavori (ed anche in quel caso la nostra Civica decise di evitare
l’iniziativa giudiziaria, attivando, però, una concreta iniziativa politica)
hanno deciso di inviare un esposto che, allo stato, non ha alcuna utilità
pratica. Ancora una volta si denunciano fatti noti, certamente da censurare sul
piano politico: mai Lavori In Corso avrebbe scelto l’ipotesi poi percorsa da
Lega e PDL, manifestamente eccessiva ed in bilico sul piano
economico-finanziario. Di fronte al fallimento della finanza di progetto abbiamo
avuto la conferma, purtroppo, di aver avuto ragione. Ma la magistratura
contabile ha propri poteri ufficiosi e ritengo che il compito di una forza
politica sa quella di individuare le soluzioni e non di indagare su pretese
responsabilità erariali, Peraltro con l’invito a verificare eventuali
responsabilità dirigenziali. Conosco i dirigenti del Comune di Cantù per aver
collaborato intensamente con loro durante il mio incarico assessorile e devo
confermare che si tratta di professionisti seri e preparati. La responsabilità
delle scelte resta sul piano politico.
Infine un ultimo, importante tema. Riguarda il Piano Urbano
del Traffico. La nostra assemblea potrà discuterlo in settimana e poi si
avvierà un concreto ed importante confronto in città.La fase partecipativa è aperta.