Chi non ricorda il celebre
romanzo di Milan Kundera dei primi anni ottanta? Forse la parodia non è proprio
azzeccata, ma la serata organizzata dal PD canturino ha avuto un esito davvero
"leggero", per usare un eufemismo. Inizio dal Principio: ricevo da un
soggetto, rimasto anonimo, un invito a partecipare al "dibattito" organizzato dal circolo di Cantù del PD, da
Legambiente, Cinquestelle e Cantù sostenibile. Rispondo che volentieri
parteciperò, pur non essendo indicato il programma dell'incontro e pur avendo
appreso, solo a pochi giorni dall'evento, i partecipanti. Antonio Pagani
"modera". Con l'inesorabile count down del portatile, arbitra gli
interventi dopo la sua prolusione critica e confusa sullo strumento
urbanistico. Poiché si è però scelto di chiamare relatori che non conoscono il
PGT di Cantù, per più di metà della serata si parla di temi molto generali,
assolutamente condivisibili, ma avulsi dal dibattito. Arriva il tempo di
Vitaliano Colombo (ma il suo intervento era in programma?), ambientalista
(d'antan?) che enumera gli innumerevoli e gravi vizi del PGT, tessendo le lodi
del PRG vigente che ha scrupolosamente applicato da dirigente nei trent'anni di
incontrollata crescita della città. Poi, con l'ausilio dell'arch. Molteni, ex
assessore leghista degli anni novanta, un'esponente di legambiente legge una relazione
ferocemente critica nei confronti dello strumento urbanistico adottato. A
questo punto chiedo di intervenire ed ottengo i miei dieci minuti, superati i
quali vengo richiamato all'ordine dal nostro. Il microfono passa ad una
pasionaria che accusa il Comune di ciò che non ha commesso, mentre il
presidente di legambiente Lombardia afferma che il parco, a sé stante, non è
l'unica priorità. Mi sento chiamato in causa: è troppo che all'assessore
all'urbanistica sia concessa una breve replica? Per Antonio Pagani è troppo.
Non solo (e qui sta il tonfo e la leggerezza insostenibile): ne approfitta,
come un pedante maestrino, per rimproverare pubblicamente l'assenza di
dibattito! Non solo non vengo presentato agli ospiti (che apprendono da me la
carica che rivesto), ma devo anche sorbirmi una pubblica reprimenda per ciò che
il PD non ha fatto. Perché bisogna proprio dirlo, il PD era pronto a governare,
ma non a fare opposizione. Ecco la ragione per cui non ha presentato una sola
interrogazione, mozione o richiesta di convocazione della Commissione urbanistica.
Non vi sono interventi in seno alle assemblee (se si esclude la serata delle tabelline,
esibite da Antonio Pagani a Mirabello solo un attimo prima del mio intervento),
neppure quando sono stato chiamato dal PD ad illustrare il documento di piano
ai pochi intimi presenti. Solo le osservazioni che, peraltro, il PD non discute in
Commissione urbanistica e nelle sedi istituzionali preposte, ma sul web e in
zona Cesarini, nel "dibattito" monco di cui ho raccontato. Una
leggerezza insostenibile. Speriamo senza eterni ritorni.
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