domenica 24 maggio 2020

IL PUNTO PIU' BASSO

Chi pensava che a Cantù la passata amministrazione fosse giunta al punto più basso della sua storia amministrativa recente (incompatibilità del Sindaco, annullamento dell’appalto, annullamento dell’annullamento dell’appalto dal parte del T.A.R., conferma del Consiglio di Stato e decadenza del Sindaco) si sbagliava.
A memoria è la prima volte che le opposizioni, unite, disertano, per protesta, Commissioni, Conferenze e Consiglio comunale. Ma non vi era altra scelta: la lesione che potrebbe derivare dal parere del Segretario comunale - che mette in dubbio la validità della convocazione e ritiene inammissibile la discussione in Consiglio sull’affaire Metrangolo - è molto grave. Secondo questa maggioranza, una questione rilevante per la comunità non deve essere discussa nei luoghi istituzionali, con trasparenza, ma deve restare irrisolta nelle stanze buie del potere.
Non possiamo accettare questa situazione e siamo pronti a mobilitarci per tornare a discutere in Consiglio le decisioni importanti per la città. Si tratta di una forma di protesta nonviolenta, ma incisiva. Un primo passo importante per far intendere che non siamo imbelli testimoni del mandato amministrativo, ma protagonisti nello svolgimento delle funzioni riconosciute ai Consiglieri dall’Ordinamento.
Non è una lotta di parte: la svolgeremmo in Consiglio con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Si tratta di difendere i principi democratici, declinati nelle leggi.
Se la maggioranza intende piegare alle proprie oscure ragioni i principi della corretta dialettica istituzionale, noi siamo pronti a percorrere ogni strada legittima per riaffermare i fondamenti su cui si basa il vivere civile, a partire dalle comunità locali.


martedì 19 maggio 2020

CHIEDIAMO UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO E PARTECIPATO



Ora che si riparte occorre ripensare al ruolo della politica, partendo anche dalla politica locale. Quella vicina ai cittadini, tra le persone. Mai come nell'emergenza la politica è sembrata tanto impotente e così distante dalla nostra quotidianità. La ridda di decreti, ordinanza, linee guida e protocolli (il presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma ne ha pesati per otto chili) ha creato un diffuso senso di disagio, di malessere. Alcuni di coloro che hanno un ruolo di governo negli enti locali hanno pensato che l’unica strada fosse annunciare i dati, comunicare i provvedimenti, reprimere e sanzionare le condotte difformi. Eppure non sarebbe stato difficile attuare, in una fase così delicata, il principio della partecipazione. Tante persona, costrette nelle proprie abitazioni, avrebbero potuto riscoprire il reale scopo della politica: attuare le scelte migliori nell'interesse comune, esercitando un potere diffuso e non verticistico. Ecco la ragione per cui l’opposizione, unita, ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale aperto, che preveda la partecipazione dei cittadini, dei componenti della Consulta per l’economia e dei rappresentanti degli enti e delle associazioni del terzo settore. Riteniamo che sia doveroso, da parte della maggioranza che amministra la città, illustrare e discutere il piano predisposto per il graduale rientro alla normalità con i cittadini. Ripartendo dalla partecipazione