Non ho dubbi: ai poco rassicuranti
fronti nazionali preferisco l'immagine della città della pace di un
vero sindaco, visionario e coerente come Giorgio La Pira. In questi
tempi inquieti, in cui la volatilità non è solo la caratteristica
dei mercati, la demagogia delle visceri, in cui eccellono i leghismi,
è la via irrazionale delle soluzioni facili in cui i contorni, nel
racconto affabulatore, sono netti ed i colori ben distinti. La
complessità, che pure è l'essenza del nostro vivere quotidiano, non
esiste oppure rappresenta il nodo gordiano: ci vuole la spada. Eppure
sono convinto che il pensiero razionale, il fondamento etico e la
responsabilità di chi amministra nell'interesse della collettività
restano gli unici baluardi nei confronti di pericolose discese nel
Maelström.
Dovessi dar retta a Carlo Cipolla e alle formidabili leggi
fondamentali della stupidità umana, da tempo dovrei aver gettato la
spugna. Ma sono un inguaribile sognatore e come accade nel racconto
più bello, il vecchio, dopo aver lottato contro la rabbia degli elementi, torna in
porto con il pesce più grande.
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