Nella serie televisiva, opera
magistrale di Sergio Zavoli, il giornalista ipotizzava il momento più
drammatico per le nostre istituzioni, attaccate da un nemico interno, il
terrorismo, sul quale, ancora oggi, restano ampie zone d’ombra. Quella notte è
tornata: questa volta, però, non abbiamo nemici senza volto, ma il buio mina in
radice i nostri sentimenti e la nostra scala valoriale. Abbiamo deciso di non
aprire i nostri porti ad una nave piena di migranti, a poche decine di miglia
dalla costa italiana. Una nave con centinaia di minori senza genitori, anche se
destinatari delle "Disposizioni in materia di misure di protezione dei
minori stranieri non accompagnati", entrate in vigore il 6 maggio 2017.
Quei minori per i quali il testo unico dell’immigrazione vieta in assoluto il respingimento.
Sono figli senza un padre e una madre che li accudiscano. Ci sono poi decine di
donne incinta. Il signor Salvini (scusate, proprio non riesco a chiamarlo
Ministro) ha deciso che quelle vite potevano continuare a vagare nel
Mediterraneo per giorni, forse per settimane, se non fosse che la Spagna,
pietosamente, ha deciso di accoglierli. Ora la nave, al limite delle condizioni
di sicurezza, con l’incognita del maltempo, navigherà ancora per alcuni giorni,
nonostante a poche decine di miglia marine ci siano porti sicuri per affrontare
lo sbarco. Un’autentica follia, un gesto che ci getta tra le miserie umane, programmato
cinicamente per mostrare la schiena dritta, per dimostrare all’Europa che
sappiamo battere il pugno sul tavolo, per proseguire un’interminabile campagna
populista. Come spiegheremo ai nostri figli che la vita umana non è più un bene
prezioso, che la fratellanza è un semplice motto senza importanza, che tutto
diviene negoziabile? Non parlatemi di realpolitik, di prove necessarie. Mai
nessuno potrà convincermi. E’ un atto che desta repulsione. Che mi fa indignare
e vergognare, che sprofonda la Patria, lo posso dire, nella melma. Con il
plauso del signor Orban.