Ritengo sempre opportuna una
pausa di riflessione dopo accadimenti che segnano, nella politica locale,
svolte ineludibili. Claudio Bizzozero ha avuto grandi meriti nella costruzione
di un soggetto politico nuovo che incarnasse la sintesi dei valori di una
grande tradizione politico-culturale (la stagione della dottrina sociale della
Chiesa ed i valori del socialismo laico e riformista) per affrontare con essi
la complessità del quotidiano, liquido (secondo la definizione di Bauman) ed in
assenza di riferimenti politici, i partiti degradati ad involucri vuoti. Lavori
in Corso ha saputo incarnare, in questi anni di progressive perdite nella scala
valoriale, la sostanza necessaria per affrontare, con competenza e dedizione,
la sfida amministrativa in ambito comunale. Non si tratta di rivendicare meriti
(tutti effettivi e dimostrabili), ma di dare il giusto rilievo alla capacità di
gestire la cosa pubblica in situazioni di sostanziale collasso economico e
sociale, con la progressiva deprivazione dell’autonomia locale, nonostante la
Costituzione. Chi oggi grida al fallimento della Civica non sa quello che dice
e non è capace di (o peggio, in malafede, non vuole) distinguere. Bizzozero, non da oggi, ha avviato una sfida
solitaria e populista al sistema; le sue esternazioni non si sono, però, mai
tradotte in atti di gestione sconsiderati. Lavori in Corso ha sempre mantenuto
la rotta, conservando, al suo interno, un ampio e vivace dibattitto sulle
scelte più importanti per l’interesse collettivo. Quanti partiti politici sono
oggi in grado di garantire una discussione libera e costruttiva? Ora che
Claudio Bizzozero ha definitivamente operato scelte irreversibili,
il patrimonio di Lavori in Corso resta immutato e la Coalizione Civica intende
assumersi, oltre i personalismi, così ricorrenti nella politica attuale, la responsabilità
di proseguire un percorso virtuoso che ridia voce ai cittadini. Per queste stesse
ragioni non ha alcun senso, oggi, invocare le dimissioni del sindaco, cercando
di coprire con la coperta di Procuste l’inconsistenza di un’opposizione che, al
di là di un diffuso vociare, in questi cinque anni non ha costruito nulla.