Il signor Giorgio Masocco, aderente
al Fronte di Liberazione Fiscale, noto per i suoi trascorsi leghisti e per le sue
“intemperanze”, si è preso la premura di intervenire, non so a che titolo, per “informare”
che sarei nel Consiglio di Amministrazione di ASF (l’azienda che gestisce i
trasporti locali) per nomina del Partito Democratico. Il male informato – non so
da chi, ma posso presumerlo – ha però errato due volte: in primo luogo non
siedo in alcun consiglio di amministrazione, ma sono componente dell’organismo
di vigilanza che è organo di controllo e non di amministrazione, come il nostro
dovrebbe sapere. In secondo luogo sono stato incaricato esclusivamente per le mie competenze
professionali e non per nomina di partito. Affermare il contrario significa
affermare il falso – ed al terzo errore – non mi resterà che procedere ai sensi
legge.
lunedì 6 febbraio 2017
venerdì 3 febbraio 2017
PAVESI, IL BISCOTTO ED IL FARO
Sono stato il primo a
complimentarmi con Francesco Pavesi che stimo sinceramente. Avevo chiarito che
la mia candidatura non si poneva in contrapposizione con la sua figura, ma
nasceva dal timore che occorresse autorevolezza e soprattutto autonomia per
svoltare, definitivamente, una pagina fortunatamente conclusa. Ha promesso di
unire le anime di Lavori in Corso e io ne prendo atto: mantengo a disposizione della lista civica le mie competenze e la mia professionalità per raggiungere l’obiettivo che ci
siamo prefissi, ovvero la conferma alla guida della città secondo la nostra carta dei principi.
I biscotti si consumano all'ora
del tè, ma così non usano alcuni alle nostre assemblee: prima di pranzo Roberta
Molteni, con un gesto improvviso e plateale (?), ha letto il suo discorso già preparato, annunciando che avrebbe – seduta stante – ritirato la sua candidatura.
Vinca il migliore? Non è così, visto che ha preferito imburrare il dolcetto per
Francesco Pavesi … ça va sans dire! Non credo sia il profilo migliore per il
vicesindaco, come l'oracolo si è affrettato a vaticinare.
Resta la “tutela” – ingombrante e
mi auguro non richiesta – del faro (come definito da un lealista della prima –
e dell’ultima - ora) che mi definisce, in una compiacente intervista, un candidato debole e organico al PD.
Certo la mia debolezza è evidente: l’intera giunta ha dovuto schierarsi per
ottenere la schiacciante maggioranza - di “ben” 14 voti (ne sarebbero bastati 7
in meno per mettere in discussione il risultato). Mentre la sua forza, dopo un mandato, ha subito, come ha confessato, un drastico e repentino calo, tanto da indurlo a non ricandidarsi. Il faro ha fondato un altro partito, tax free - che nulla ha a che vedere con
lavori in corso - nel quale mi sembra ben più evidente la sua organicità rispetto alla mia - inesistente - visto che
non ho tessere del PD e non partecipo a loro riunioni. Ma non
aveva affermato che Pavesi era il candidato ideale perché nel partito democratico avrebbe trovato apprezzamenti? Anche l’acume ed il "fiuto" politico del nostro faro … cambiano, a
seconda della bisogna!
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