ho scritto una lettera a Raffaele
Foglia che mi dicono nuovo responsabile della redazione di Cantù. Non ho avuto
alcuna risposta. Ho postato la lettera sul mio blog. E' seguito il silenzio. Dopo
le precisazioni del Sindaco, il Comitato di Redazione pubblica un comunicato in
cui si evoca la minaccia alla libertà di stampa. Per carità, Direttore,
scrivete quello che vi pare, ci mancherebbe altro. Mi piacerebbe, però, che
rispondeste ad un amministratore che, assumendosi un impegno gravoso, senza alcun
altro interesse che non sia il bene comune, chiede alcuni chiarimenti su notizie,
a tutta pagina, assolutamente marginali, comunque inesatte. Evocare la libertà
di stampa impone sempre un'assunzione di responsabilità. Se mi permette,
direttore, conosco l'art. 21 della Costituzione, ne difendo, a spada tratta, le
fondamenta, ma ritengo che il Comitato di redazione lo abbia citato a
sproposito: come si può credere che, in qualche modo, Lavori in Corso, possa
attentare alla libertà di stampa? Lo ripeto, scrivete pure quello che vi
pare, ma, per converso, lasciateci, a nostra volta, la libertà di esprimere il
nostro rincrescimento per la pubblicazioni di notizie inesatte, o addirittura
contrarie al contenuto di atti e documenti. Così è stato per il PGT, ove avete
completamente trascurato la notizia principale, ovvero l'approvazione, in poco più
di un anno, con risorse interne, di un provvedimento generale di assoluta rilevanza
che tutela il territorio e introduce elementi innovativi sotto il profilo della
rigenerazione urbana. Rilegga i titoli: si parla solo di preteso sfregio alle
cascine (senza neppure sincerarsi che la norma è stata completamente riscritta
con l'approvazione), di moschee e campi rom. Personalmente, conoscendo il
piano, mi vergognerei per aver scritto simili facezie. Ma se davvero ritiene
che la logica della notizia imponga la pubblicazione di nefandezze, lo faccia pure.
Non pretenda, però, che Lavori in Corso taccia. Noi continueremo a scrivere la
verità perché riteniamo che la responsabilità che ci siamo assunti da cittadini
(non chiamateci "politici" in senso deteriore perché con tali figure
non abbiamo nulla a che spartire) ci imponga di coltivare i nostri ideali senza
infingimenti o posizioni di comodo. Abbiamo sacrificato, personalmente e
professionalmente, le nostre vite familiari per dare un segnale di cambiamento: dal suo
giornale abbiamo ricevuto (come nella famosa notte hegeliena in cui tutte le
vacche sono nere) molte critiche ingenerose, oltre a notizie inesatte, parziali e
fuorvianti. Continuate pure il tiro al bersaglio. Non pretendete, però, che
supinamente si accetti la "bastonatura" quotidiana. La stampa deve essere libera ma le parole in
libertà, me lo consenta direttore, sono un'altra cosa.
venerdì 7 febbraio 2014
martedì 4 febbraio 2014
LO SGARBO QUOTIDIANO
Abbiamo, in genere, un'idea della stampa molto approssimativa. Quando ti confronti, però, con il "quarto potere", sia pure locale, si apre un mondo nuovo in cui é difficile comprendere quale sia la logica delle notizie. La vulgata vorrebbe che, data la necessità di incrementare (o mantenere) i livelli di vendita, debba prevalere lo scontro, il tono polemico. Chiedendo lumi su titoli eccessivi, addirittura, a volte, contrari al contenuto degli articoli, i collaboratori del giornale hanno incolpato il misterioso autore dei i titoli che compone e mescola argomenti con alchimie esoteriche per attirare l'attenzione dei lettori. Una spiegazione insoddisfacente ed una giustificazione peggiore, posto che il lettore medio è distratto e salvo alcuni contenuti di interesse, delle pagine legge solo i titoli. Ma l'esperienza del necessario contatto con la stampa, per ragioni legate al ministero che un cittadino assume nell'interesse della propria comunità di appartenenza, ha disvelato aspetti sorprendenti, davvero incomprensibili. L'uomo della strada, mediamente acculturato, pensa che le notizie di un quotidiano si ispirino alla verità di fatti e comportamenti. Si attende che le fonti siano vagliate, soprattutto se sono disponibili atti e documenti. invece accade esattamente il contrario. Per lo meno così é accaduto per il piano di governo del territorio di Cantú. I contenuti innovativi non sono emersi. Neppure si è sottolineato che il piano è stato redatto internamente ed in tempi eccezionalmente ristretti (il confronto con quanto accaduto nel passato mandato amministrativo é particolarmente eloquente). Evidentemente non ispiriamo, come maggioranza, particolare simpatia, non essendo classificabili in alcuna logica di appartenza. Il fatto grave, però, è che sono state pubblicate notizie contrarie al contenuto del piano (ad esempio sul consumo di suolo e sul livello di tutela ambientale), negando la replica. Non basta: ad aspetti del tutto marginali rispetto al contesto, sono state attribuite valenze inesatte, dando ampio risalto a questioni inventate di sana pianta (la moschea, il campo rom). Se una logica esiste è comunque inaccettabile perché contraria ai canoni che devono ispirare la corretta informazione. Resta, nel frattempo, una lettera che ingiallisce sul web senza risposta.
Iscriviti a:
Post (Atom)