Antonio Pagani lancia l'allarme: si rischia il blocco totale, secondo il titolo virgolettato (e dunque a lui attribuibile) de "La Provincia". Non spiega, però, in che cosa consisterebbe il blocco e di che cosa. Forse, prima di ingenerare un'ingiustificata ansia nei cittadini occorrerebbe avere qualche informazione (e nozione) in più. Una cosa la si comprende: al PD non interessa in alcun modo il contenuto del piano, né dimostra di avere a cuore il futuro sostenibile della città. Diversamente non avrebbe sostenuto in Consiglio l'approvazione del PGT adottato dalla passata amministrazione che prevedeva una nuova, indistinta ed incontrollata colata di cemento in ogni spazio ancora libero del consolidato urbano, esprimendo voto contrario alla revoca. Non è il principio dell'horror vacui che può guidare le scelte urbanistiche: al contrario, proprio prendendo spunto dal parere della Regione e dal documento di piano del PTR (piano territoriale regionale): "occorre preservare gli ambiti “non edificati”, interni ed esterni al territorio urbanizzato disciplinandoli in ragione delle caratteristiche morfologiche, dei caratteri connotativi del paesaggio, delle presenze vegetazionali e degli utilizzi agronomici, superando il riduttivo concetto di “serbatoio” per i futuri insediamenti". Su questi indirizzi abbiamo lavorato in Giunta, perseguendo, peraltro, gli obiettivi e le linee programmatiche enunciate in Consiglio Comunale. Non vi è alcun segreto da disvelare, ma solo un alacre lavoro con la squadra composta da tecnici dei Settori Urbanistica e Lavori Pubblici. Lavori in Corso intende preservare il territorio per consegnarlo alle future generazioni senza ulteriori ferite. La città deve rinascere proprio dal territorio che ha già pagato un pesante dazio sino al recente passato. Forse il PD canturino, prima di lanciare allarmi del tutto fuori luogo, dovrebbe chiedersi se un provvedimento amministrativo, generale ed astratto, di particolare complessità e che la passata maggioranza non ha approvato in sette anni di mandati amministrativi (con una spesa superiore al milione di euro) debba essere approvato nonostante tutto e ... a dispetto del suo contenuto! Il PD, che come sempre ripete in Consiglio, era pronto a governare, avrebbe consegnato la città, con il piano adottato dalla passata maggioranza, ad un futuro di nuove, incontrollate edificazioni? Dal tono dell'intervento sul quotidiano locale pare proprio di si, pur di preservare il rispetto del termine del 31 dicembre. Un termine che, secondo il PD canturino, una delibera di Giunta Regionale avrebbe modificato prevedendo l'adozione del PGT in luogo dell'approvazione, per evitare che il PRG perda efficacia. Vorrei solo richiamare l'attenzione sul principio della gerarchia delle fonti per sfatare tale affermazione. Solo un provvedimento legislativo (non intervenuto) può modificare l'art. 25 della L. 12/2005 che, attualmente, prevede entro la data del 31 dicembre l'approvazione e non la semplice adozione del piano. La delibera di Giunta esprime semplicemente una proposta che toccherà al Consiglio Regionale dimissionario eventualmente approvare. Evidentemente l'obiettivo resta quello di giungere all'approvazione definitiva nel termine più breve possibile, purché sia preservato l'ambiente, il territorio ed il futuro sostenibile di Cantù.